Pensioni INPS 2025: lo sai che 10 anni di lavoro possono valere 15 anni di contributi?

Ecco quando 10 anni di lavoro possono valere 15 anni di contributi per le pensioni anticipate e per il calcolo della pensione,.

Nel sistema pensioni italiano i requisiti di accesso alle pensioni sono molto variabili. Cambiano da lavoratore a lavoratore, da misura a misura e spesso anche in base a delle tipologie di attività lavorative svolte. Notevoli sono in effetti i vantaggi che la normativa in vigore prevede per chi svolge delle particolari attività lavorative.

In base al lavoro svolto ci sono numerosi vantaggi da sfruttare

Ci sono i vantaggi per le pensioni per il lavoro usurante, e ci sono quelli per il lavoro gravoso. Ci sono le maggiorazioni per invalidi, cioè i vantaggi contributivi per chi lavora dopo essere stato riconosciuto invalido. E poi ci sono quelli per i lavoratori precoci, cioè i vantaggi per chi ha lavorato da giovane. Il godere di alcuni privilegi, a volte sui requisiti per le pensioni, altre volte sul calcolo della pensione è facoltà dei contribuenti che si trovano in determinate condizioni. Per esempio c’è chi può ottenere dall’INPS una pensione più alta e anche in anticipo in base ai dettami di una vecchia norma. Parliamo della Legge numero 205 del 2017 ma anche della Legge numero 257 del 1992 e del Decreto numero 269 del 2003.

Pensioni INPS 2025: lo sai che 10 anni di lavoro possono valere 15 anni di contributi?

L’argomento di quelle normative prima citate è l’esposizione all’amianto. Si tratta di norme che recano benefici in materia di pensione per i lavoratori alle prese per alcuni anni della loro carriera con l’esposizione a questa nociva materia.
Il lavoratore alle prese con l’amianto, ha diritto per esempio ad andare in pensione a 61 anni e 7 mesi di età. Lo prevede infatti lo scivolo usuranti dove i lavoratori che svolgono mansioni relative all’asportazione dell’amianto rientrano proprio tra i lavori usuranti.

Nello specifico delle normative prima citate però parliamo di altro. Parliamo infatti di maggiorazioni contributive. In effetti i lavoratori che hanno prestato la loro attività nei reparti di produzione degli stabilimenti di fabbricazione di fibre ceramiche refrattarie possono godere di alcuni benefici previdenziali. Ma solo se sono stati esposti all’amianto per un periodo di lavoro non inferiore a 10 anni.

Come sfruttare i benefici per il lavoro svolto con esposizione all’amianto

Nel dettaglio, per l’intero periodo lavorativo in cui si è materializzata questa condizione di lavoro, sempre se la tipologia di lavoro svolta era soggetta all’ assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall’esposizione all’amianto come previsto dall’Istituto che tutela gli infortuni sul lavoro (INAIL), la contribuzione è moltiplicata per 1,5 volte. Sia per il diritto alla pensione che per la misura del trattamento.
Va detto che questo vantaggio nel tempo si è ridotto. Infatti coma ha stabilito la Legge numero 326 del 2003, dal primo ottobre di quell’anno, il vantaggio del moltiplicatore è sceso da 1,5 a 1,25. E per di più questo beneficio è stato ridotto al solo importo della pensione e non al diritto. In pratica la maggiorazione consente di prendere una pensione più alta ma non di andare prima in pensione come prevedeva la normativa precedente e poi modificata proprio dalla Legge del 2003.