Nella manovra di fine anno come consuetudine, c’è un pacchetto pensioni. Nel grande contenitore che è la legge di Bilancio, ogni anno una sua parte è destinata al capitolo previdenziale. Anche la manovra 2020, che a dicembre deve essere, per legge approvata, ha un suo pacchetto pensioni. Vediamo nello specifico cosa prevede la bozza della manovra di Stabilità.
Pensioni, cosa succede nel 2021?
La bozza della legge di Bilancio è stata approvata e adesso deve essere approvata. Tra emendamenti e proposte dei gruppi parlamentari, qualcosa potrebbe cambiare ancora, ma grosso modo, almeno pe rle pensioni il pacchetto sembra fatto.
“Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”, questo il titolo del disegno di legge che il Consiglio dei ministri del 16 novembre scorso ha licenziato positivamente. Dentro il testo pure il pacchetto pensioni, oltre naturalmente a tutta una serie di misure per il rilancio dell’economia e per il sostegno delle famiglie.
Per quanto concerne le pensioni, come da tempo previsto, ci dovrebbe essere una proroga di Ape sociale e Opzione donna. Dentro c’è anche un intervento sulle perequazioni delle pensioni e suicontratti di espansione.
Ape sociale, cosa succede nel 2021?
Per l’Ape sociale nel testo della manovra di Bilancio se ne parla nell’articolo 60. La misura doveva scadere il 31 dicembre prossimo, ma dovrebbe essere estesa a tutto il 2021.
Un altro anno di funzionamento in più quindi. Anche nel 2021 quindi, l’anticipo pensionistico sociale può essere richiesto da chi compie almeno 63 anni di età. Se disoccupati, invalidi e con invalidi a carico, serviranno sempre 30 anni di contributi, oltre ad altri specifici requisiti a seconda delle categorie. Per i lavori gravosi invece, 36 anni di contributi necessari, di cui 7 degli ultimi 10 anni (o 6 degli ultimi 7). I contributi versati se trattasi di lavoratrici, possono godere di 12 mesi di sconto per ogni figlio avuto fino ad un massimo di 24 mesi.
Proroga Opzione donna
Anche Opzione donna sarà prorogata con la manovra di fine anno. Ne tratta l’articolo 59 della bozza.
Anche nel 2021 quindi, per le lavoratrici, sia autonome che subordinate resta in funzione il regime contributivo donna, che consente l’uscita a 58 anni di età (59 per le autonome) con 35 di contributi. La contribuzione deve essere completata, così come l’età, entro il 31 dicembre 2020. La pensione viene calcolata sempre con il sistema contributivo e sempre con finestre di decorrenza di 12 e 18 mesi, rispettivamente per le dipendenti e per le autonome.
Rivalutazione pensioni 2021
Con la manovra finanziaria 2021 un passaggio del pacchetto pensioni riguarda la perequazione.
Aumenti relativi alla indicizzazione degli assegni pari al 100% per i redditi fino a 4 volte il trattamento minimo, al 77% per i trattamenti fino a 5 volte il trattamento minimo, al 52% per i trattamenti fino a 6 volte il trattamento minimo, il 47% per i trattamenti fino a 8 volte il trattamento minimo e 45% per i trattamenti previdenziali più elevati.
Contratti di espansione, la manovra potenzia gli strumenti
In manovra c’è pure la conferma del contratto di espansione, con un potenziamento importante. La misura è ammissibile per i lavoratori assunti dalle aziende di tutti i settori sempre con in organico almeno 500 dipendenti (per il 2020 dovevano essere 1.000 i dipendenti).
La misura continuerà ad essere un veicolo o canale importante per agevolare il ricambio generazionale nelle aziende che decidono di operare per il rinnovo dell’organico.