Pochi spiccioli di aumento per una questione che rischia di essere interpretata male da qualsiasi punto di vista si guarda. E con il rischio ulteriore di dare alla polemica politica altre cartucce che maggioranza e opposizioni utilizzano gli uni contro gli altri a discapito dei malcapitati pensionati che alla fine rischiano di non capirci nulla e magari di credere ad una delle due parti in causa senza vedere davvero dove sta la verità. Noi, neutrali, adesso spiegheremo meglio cosa è successo in queste ultime ore per quanto riguarda gli aumenti delle pensioni minime che a gennaio saranno pagate ai pensionati.
La promessa era di portare le pensioni integrate al trattamento minimo a 1.000 euro
Le pensioni minime a 1.000 euro al mese. La promessa elettorale fatta dalla maggioranza del governo in campagna elettorale era questa. Aumentare le pensioni minime portandole a 1.000 euro al mese. Era stato soprattutto il gruppo di Forza Italia a spingere verso questa soluzione, con la popolazione, di loro elettori ma anche no, che ci aveva creduto o forse sperato visto che la proposta arriva da un partito che tempo fa con un Governo Berlusconi fu capace di introdurre il famoso incremento al milione.
Se c’è qualcosa da rimproverare alla maggioranza sicuramente è la mancata messa in atto di quella promessa elettorale che per Forza Italia era diventata una specie di cavallo di battaglia. Invece non solo le pensioni minime a 1.000 euro resteranno un autentico miraggio. Ma anche gli aumenti che si prevedono per gennaio (previsione confermata ed ormai certezza visto che il decreto sulla perequazione è pubblicato in Gazzetta Ufficiale) sono inferiori alle già meno favorevoli attese.
Nemmeno 3 euro di aumento, nel 2025 1,80 euro in più
Aumenti di pochi euro sulle pensioni minime, meno di quei famosi tre euro che qualche settimana fa portarono in piazza i pensionati della CGIL (non si manifestò solo per i 3 euro di aumenti in arrivo, ma questo fu uno dei motivi). Infatti l’inflazione certificata dai dati ISTAT da cui scaturisce il decreto interministeriale (Ministero dell’Economia e Ministero del Lavoro) è dello 0,8%.
Significa meno di quell’1% preventivato. Il governo ha deciso di dare manforte alle pensioni minime riproponendo una misura già adottata nel 2024, cioè l’aumento extra sulla rivalutazione. Nel 2024 il governo ha deciso di assegnare, oltre agli aumenti annuali per la perequazione, che nel 2024 partivano dal 5,4% di inflazione, un ulteriore 2,7%. Adesso invece sarà del 2,2% l’aumento. Che si aggiunge allo 0,8% prima citato derivante dalla rivalutazione delle pensioni.
Significa che sulle pensioni integrate al trattamento minimo l’aumento sarà del 3% e quindi 616,57 euro sarà il nuovo importo incassato con queste minime. Oggi invece alla luce del 2,7% in più del 2024, ai pensionati di questo genere toccano 614,77. L’aumento 2025 partirà però dall’importo originario del trattamento minimo, cioè 598,61 euro, ovvero al netto dell’aumento del 2,7%. In parole povere, 1,80 euro in più, questo ciò che spetta per superare la perdita di potere di acquisto di questi trattamenti.
Pensioni minime, da gennaio 100 euro in più al mese, nella legge di Bilancio la correzione richiesta
Ma nel frattempo arriva una proposta del Movimento 5 Stelle. Il partito di Giuseppe Conte, che nella scorsa legislatura era al Capo del Governo prima con la Lega e poi con il PD tra gli altri, propone e chiede di votare a favore, un emendamento che porta le pensioni minime di 100 euro più ricche.
Un incremento di 100 euro esatti, questo ciò che propone il Movimento 5 Stelle. “Abbiamo presentato un emendamento alla legge di Bilancio, a prima firma del presidente Conte, per alzare le minime di 100 euro al mese. La maggioranza non si macchi anche della vergogna di bocciarlo e lo approvi con noi”, questo ciò che si legge in una nota stampa da parte dell’onorevole del M5S, Davide Aiello.