Il punto critico di ogni Legge di Bilancio sono gli interventi sulle pensioni e anche la manovra 2025 non fa eccezione. Le richieste avanzate dai partiti, per il momento, non sono compatibili con le disponibilità finanziarie e proprio per questo motivo non tutte le ipotesi diventeranno una novità 2025.
Il quadro delle finanze non è ancora certo, per conoscere il gettito dell’Irpef e dell’Ires è necessario attendere il 5 settembre, mentre per capire come è andato il concordato preventivo bisogna aspettare che sia passato il 31 ottobre (data ultima in cui presentare domanda).
Fatte salve le misure imprescindibili (taglio al cuneo fiscale e la conferma dell’Irpef a 3 aliquote) le risorse che restano a disposizione per le altre misure non sono molto consistenti.
Pensioni minime e anticipate nel 2025
Il Governo è cauto e continua ad affermare che le misure saranno varate quando ci saranno le risorse, che al momento sono molte poche. Il documento programmatico di bilancio, in ogni caso, è ancora tutto da scrivere anche se le priorità, ormai sono state rese note. E come ogni anno non comprendono una riforma previdenziale.
Una delle richieste che interessa molto i cittadini è quella avanzata da Forza Italia che chiede di portare le pensioni minime a 800 euro, mentre la Lega preme per le pensioni anticipate. Le risorse non bastano per fare tutto, senza contare le altre richieste che non riguardano la previdenza.
Si presume che qualche risorsa si potrà ricavare dal risparmio dell’assegno unico, ma a mancare sono le coperture strutturali e non si può continuare a tagliare da una parte per finanziare dall’altra.
E’ pur vero che ci sono priorità, ma se da una parte si toglie e da una parte si dà, convenienza per i cittadini non ce n’è mai.
Pensioni il nodo principale
Il nodo principale della prossima manovra sono le pensioni. Berlusconi un tempo aveva presentato l’idea delle pensioni minime a 1.000 euro, cosa che oggi appare impensabile visto che portarle a 1.000 euro avrebbe un costo di 30 miliardi, e proprio per questo Forza Italia abbassa il tiro e le propone a 800 euro (che sarebbe già un passo avanti rispetto ad ora).
Ovviamente qualcosa sul piano previdenziale ci sarà (il solito contentino annuale), ma non si deve sperare in qualcosa di più che l’indicizzazione totale per i trattamenti più alti. E ancora una volta non si farebbe nulla per i redditi bassi, per le pensioni minime i cui beneficiari riescono a stento ad arrivare a fine mese senza morire di fame. Ma intanto la priorità (o forse la cosa meno costosa?) sembra essere garantire la giusta indicizzazione all’inflazione delle pensione di importo più alto…Come al solito, siamo in Italia.