C’è uno spaccato del mondo dei lavoratori a cui viene data una importante possibilità di accedere alla pensione con molti anni di anticipo rispetto alle regole ordinarie di pensionamento. Una possibilità che molti non avranno più dopo la fine del 2021. Parliamo dei nati nel 1959, soggetti che sono gli ultimi a poter rientrare nella quota 100 prima che questa finisca il suo triennio di sperimentazione.
Ma occorre completare anche il requisito contributivo entro la fine del 2021, perché solo così oltre a garantirsi eventualmente l’uscita immediata dal mondo del lavoro potrà congelare a suo nome il diritto ad uscire anche negli anni successivi e sempre in anticipo rispetto alla pensione ordinaria che per un nato nel 1959 è prevista nel 2026.
Servono 38 anni di contributi versati
La quota 100 come si sa è basata su due requisiti specifici, uno di età e l’altro di contribuzione previdenziale da versare. Per il nato nel 1959 il requisito anagrafico previsto dalla quota 100 è centrato naturalmente perché la misura prevede l’età minima di uscita a 62 anni.
Il problema è il requisito contributivo fissato a 38 anni e che deve essere centrato entro la fine del 2021. Riscattare il servizio militare, oppure riscattare la laurea o verificare la possibilità di usare i volontari, ogni strada è buona per poter completare il requisito per poter accedere alla quiescenza fin dal 2022 (dopo la finestra di tre mesi per i lavoratori privati e di 6 mesi per i lavoratori statali), o solo per rientrare nella cristallizzazione del diritto anche negli anni successivi.
Senza i 38 anni il rischio è di aspettare il 2026
È evidente che allo stato attuale delle cose e senza riforme delle pensioni o interventi normativi, senza la quota 100 al lavoratore nato nel 1959 non resterà che aspettare il compimento dei 67 anni di età previsti dalla pensione di vecchiaia.
Sempre che questo requisito resti il medesimo fino alla fine del 2026, perché anche su questo va detto che il collegamento delle misure pensionistiche all’aspettativa di vita potrebbe allungare ancora di più l’età pensionabile prevista.
Occorre sottolineare che per quanto concerne la cristallizzazione del diritto alla pensione ci sono orientamenti di pensiero non confermati da norme o da circolari Inps ufficiali, che spingono a considerare come validi per ritenere completato il requisito dei 38 anni entro il 31 dicembre 2021, anche riscatti contributivi effettuati negli anni a venire purché relativi a periodi antecedenti il 31 dicembre 2021.
In questo caso potrebbe essere possibile che un nato nel 1959 possa completare in maniera postuma i 38 anni di contributi richiesti entro la fine del 2021 e rientrare comunque in quota 100 cristallizzando il diritto.
Il suggerimento comunque è di completare il tutto entro la fine dell’anno, sempre che questa possibilità sia appannaggio dell’interessato.