Come al solito l’INPS ad inizio anno esce con la circolare relativa ai nuovi importi dei trattamenti previdenziali e assistenziali erogati ai contribuenti. Gli aumenti relativi alla rivalutazione impongono all’INPS di uscire con questa circolare. In genere è la prima circolare di ogni anno o quanto meno tra le prime. Stavolta invece è uscita in ritardo. Ma non cambia la sostanza. Perché ciò che reca la circolare numero 23/2025, emanata e pubblicata il 28 gennaio 2025 che titola “Rinnovo delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e delle prestazioni di accompagnamento alla pensione per l’anno 2025”, mette in luce tutti i nuovi importi delle prestazioni.
Ma se questi nuovi importi sono fondamentali per quanto concerne chi prende queste misure nel 2025 o chi deve richiederle, sono fondamentali anche per un altro aspetto. Cambiano infatti delle soglie anche per chi deve ancora andare in pensione. E deve andarci nel 2025 con la pensione anticipata contributiva per esempio. Oppure con la quota 103 o le pensioni di vecchiaia.
Pensioni, novità INPS, cambiano quota 103, pensione anticipata 64 anni e pensione di vecchiaia, nuova circolare
Con la circolare INPS prima citata ecco uscire i nuovi importi delle prestazioni che l’INPS si accinge ad erogare nel 2025 (ma lo ha già fatto con il primo rateo di inizio gennaio naturalmente). Salgono le pensioni in base al meccanismo di rivalutazione.
Salgono le prestazioni per gli invalidi, sale l’accompagnamento ma salgono soprattutto l’assegno sociale e il trattamento minimo INPS. E questo a cascata cambia alcuni parametri anche per le pensioni anticipate contributive a 64 anni, per le pensioni di vecchiaia contributive e per la già citata quota 103.
Pensione a 64 anni o di vecchiaia, cambiano le soglie
La pensione anticipata contributiva è quella pensione che si centra con 64 anni di età e con 20 anni di versamenti. Possono avere accesso alla prestazione tutti coloro che hanno il primo versamento successivo al 31 dicembre 1995. Ma soprattutto, quelli che arrivano a percepire da questo trattamento, una pensione non più bassa di 3 volte l’assegno sociale.
Cosa significa? Che salendo l’assegno sociale sale pure la pensione minima da centrare. Infatti nel 2024 l’assegno sociale era pari a 534,41 euro al mese. Nel 2025 come conferma nella circolare lo stesso Istituto, ecco che si passa a 538,69 euro.
Cosa cambia con l’aumento dell’assegno sociale anche sulle pensioni
Significa che una pensione pari a 3 volte questo assegno sociale non viene liquidata se non è pari a 1.616,07 euro. Nel 2024 bastava invece una pensione pari a 1.603,23 euro. Restano intatti gli sconti per le lavoratrici madri, che con un figlio avuto possono accedere alla stessa misura con un trattamento non più basso di 2,8 volte l’assegno sociale. E con due o più figli, pensione ok con un trattamento non inferiore a 2,6 volte l’assegno sociale. Ma l’inasprimento vale anche per loro.
Sale il trattamento minimo, sale anche la pensione di quota 103
Anche la pensione di vecchiaia per chi ha iniziato a versare dopo il 1995 ha un limite di importo. Che però è molto più basso delle pensioni anticipate contributive. Basta infatti arrivare ad un trattamento quanto meno pari all’assegno sociale.
Quindi nel 2025 bisogna arrivare a 538,69 euro e non più a 634,41 euro per poter andare in pensione con tale misura.
Non è l’assegno sociale ma il trattamento minimo quello che incide sulla pensione con quota 103. Nel 2025 la misura sarà attiva, e consentirà il pensionamento a partire dai 62 anni di età con almeno 41 anni di versamenti. Però la pensione non può essere più alta di 4 volte il trattamento minimo.
Positivo il cambiamento per la quota 103
Una pensione non più alta di un determinato importo. Ed essendo in aumento il trattamento minimo ecco che la prestazione migliora per chi ci va nel 2025 rispetto a chi ci è andato nel 2024. Infatti nel 2024 il trattamento minimo INPS era pari a 598,61 euro. Quindi, nel 2024 con la quota 103 si poteva prendere una pensione non più alta di 2.394,44 euro al mese.
Invece con l’aumento del trattamento minimo 2025, che è salito a 603,40 euro, la pensione massima fruibile con la quota 103 sale a 2.413,60 euro.