Nel pacchetto pensioni della Legge di Bilancio esce fuori la grande novità per le donne. Una misura tutta nuova che prende il posto di Opzione Donna. Infatti vengono confermate le anticipazioni che avevamo dato da settimane, di un Governo propenso a chiudere Opzione Donna ed a sostituire la misura con una versione più vicina all’APE sociale che ad Opzione Donna. E proprio questo ciò che la Premier Giorgia Meloni ieri ha detto. In pratica, addio ad Opzione Donna e dentro una nuova misura che ingloba pure l’APE sociale.
Stop Opzione Donna, si passa ad una specie di nuova APE per tutti
Opzione Donna e APE sociale confluiscono in un unico Fondo che consentirà di uscire all’età di 63 anni con 35 anni di contributi alle lavoratrici e 36 anni ai lavoratori. E per questi ultimi, sono a determinate categorie. La novità che esce fuori dalla Legge di Bilancio, non può essere considerata una riforma del sistema, ma una mezza rivoluzione comunque emerge nel testo. Per le donne addio alla pensione a 58 anni per le dipendenti e a 59 anni per le autonome. Anche se a dire il vero, Opzione Donna nel 2023 fu confermata in maniera differente da questa versione che può essere considerata originaria.
Già nel 2023 non mancarono le novità per le lavoratrici. Opzione Donna infatti è appannaggio oggi di lavoratrici con 58 anni di età ma solo se disoccupate, alle prese con le crisi aziendali, invalide con due o più figli e caregivers sempre con due o più figli. La misura manda in pensione oggi le caregivers e le invalide con un solo figlio a 59 anni, oppure a 60 anni senza figli avuti.
Come si andrà in pensione con la nuova misura del Governo
Nel 2024 invece, l’età per le lavoratrici, a prescindere dalle categorie, sale a 63 anni. Resta sempre pari a 35 anni la carriera contributiva da raggiungere. E sembra che resterà anche l’obbligo di ricalcolo contributivo della prestazione. Nettamente peggio quindi l’età di uscita, anche se la misura viene svincolata da limiti di platee e collegamento ai figli avuti. Nella nuova misura confluisce anche l’APE sociale. In questo caso i requisiti restano a 63 anni per gli uomini, ma solo se alternativamente caregivers, invalidi, disoccupati o alle prese con mansioni gravose. Cambia però il requisito contributivo che diviene di 36 anni per tutte e 4 le categorie. Un peggioramento evidente anche in questo caso, se si considera che per invalidi, disoccupati e caregivers, bastano oggi 30 anni di versamenti per l’APE sociale.