Pensioni stop ai 67 anni, si passa a 68,1 anni o con 44 anni di contributi Pensioni stop ai 67 anni, si passa a 68,1 anni o con 44 anni di contributi

Pensioni stop ai 67 anni, si passa a 68,1 anni o con 44 anni di contributi

Salgono i requisiti per le pensioni, non basteranno più i 67 anni ma si arriva a superare i 68, e non solo.

Se ha fatto storcere il naso il fatto che l’INPS ha anticipato l’applicazione dell’incremento di 3 mesi dell’età pensionabile sul suo simulatore qualche settimana fa, possiamo dire che al peggio non c’è mai fine. In effetti è ancora fresca nella memoria la polemica scatenata dalla CGIL che ha accusato l’INPS di aver aumentato di tre mesi l’età pensionabile come se tutto fosse ormai ufficiale e invece non lo era. Eppure in materia previdenziale le novità sono sempre all’ordine del giorno. Per esempio ciò che si legge anche sul Sole 24 ore in riferimento a dei dati della Ragioneria di Stato sull’incremento demografico basato sul 2023, rende facilmente ipotizzabile un aumento dei requisiti per le pensioni che saranno ben superiori ai 3 mesi della polemica prima citata.

Pensioni stop ai 67 anni, si passa a 68,1 anni o con 44 anni di contributi

Come dicevamo, pochi giorni fa l’INPS a inizio 2025 aveva aggiornato il simulatore delle pensioni inserendo tre mesi di età in più per le pensioni di vecchiaia. I contribuenti interessati a capire quando potevano andare in pensione sfruttando quel simulatore hanno quindi trovato questo incremento. Ed apriti cielo. La CGIL giustamente ha attaccato l’INPS perché mancano dati ufficiali ISTAT e perché mancano i decreti del governo che in genere applicano gli incrementi dei requisiti basandosi proprio sui dati ISTAT. L’INPS evidentemente ha anticipato troppo i tempi. E così anche il governo, per voce del Sottosegretario Claudio Durigon e poi del Ministro Giorgetti, ha dovuto prendere le distanze, promettendo di lavorare per neutralizzare la risalita dei requisiti sull’età pensionabile. L’INPS nel frattempo ha fatto il passo indietro correggendo il simulatore. Polemica forte per il fatto che l’età pensionabile saliva da 67 a 67 anni e 3 mesi.

Pensioni solo con 68 anni di età o con 44 anni di contributi, ecco da quando


Figuriamoci come adesso verranno interpretati i dati che emergono e che guardano al 2040. Partendo dal 2027 con i tre mesi che effettivamente sono quelli dello scatto in base alle attuali stime della Ragioneria di Stato, non salirebbero solo le pensioni di vecchiaia a 67,3 anni di età. Salirebbero anche le pensioni anticipate che da 42,10 e 41,10 rispettivamente per uomini e donne salirebbero a 43,1 e 42,1 anni di contributi. Al peggio non c’è mai fine? L’applicazione delle variazioni dell’andamento demografico, se tutto andrà come sembra dai dati dei ragionieri dello Stato, porteranno ad altri due mesi per il 2030 e 2031, ma soprattutto, ad un netto incremento dal 2040. Quando stando ai conti le pensioni di vecchiaia saliranno a 68,1 anni di età. E quando le pensioni anticipate che non hanno limiti anagrafici, arriveranno a 43 anni e 11 mesi. Ben 13 mesi di incremento in 15 anni o meno.

Tutto nelle mani del duo governo-ISTAT

Polemiche a parte, è del tutto evidente che siamo di fronte a un qualcosa di praticamente inevitabile. Se sale la vita media della popolazione non possono non salire i requisiti per le pensioni. Che siano 2 o 3 mesi, oppure che si vada avanti aumento dopo aumento fino alle soglia citate, molto dipende dai dati ISTAT. Ma anche da ciò che il governo deciderà di fare. Perché a prescindere dai dati sull’andamento demografico, un governo può sempre decidere di non applicare gli incrementi. Resta lo scenario di cui abbiamo parlato prima, che rischia davvero di portare le pensioni a limiti inimmaginabili fino a pochi mesi fa.