In Italia, ci sono diversi tipi di pensione, ognuna delle quali è destinata a specifiche categorie di lavoratori. Per ogni misura cambiano i requisiti di accesso quali l’età e i contributi necessari. Vediamo una panoramica generale delle misure strutturali che permettono di uscire dal mondo del lavoro.
Pensione di vecchiaia
È la pensione principale per i lavoratori dipendenti e autonomi. Si ottiene raggiungendo una certa età anagrafica e accumulando un determinato numero di anni di contributi. Ad esempio, una persona può ottenere la pensione di vecchiaia a 67 anni di età, se ha versato contributi per almeno 20 anni.
Pensione di invalidità
Si tratta di una misura destinata a coloro che sono diventati permanentemente incapaci al lavoro a causa di un’invalidità. L’importo della pensione dipende dal grado di invalidità e dai contributi versati o, se si tratta di una prestazione assistenziale prevede un importo uguale per tutti, ma legato non solo a requisiti sanitari, ma anche a quelli economici.
Pensione di reversibilità
Si tratta di una prestazione concessa al coniuge o ai figli superstiti in caso di morte del pensionato o del lavoratore ancora in servizio (in questo caso si parla di pensione indiretta). L’importo varia in base ai contributi del defunto e alla quota spettante al superstite (per la moglie sola la quota, ad esempio, è del 60%).
Pensione anticipata
Consentita a chi ha raggiunto una certa età e ha versato contributi per un numero minimo di anni. Per l’ordinaria servono almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. L’importo della pensione dipende dal numero di anni di contributi versati e dal loro importo, quindi non si tratta di una pensione uguale per tutti.
In Italia sono previste anche diverse possibilità di uscita anticipata sperimentali, ovvero stanziate di anno in anno e che poi scadono, come ad esempio la quota 100, 102 e 103 o l’Ape sociale e l’Opzione donna.
Pensione integrativa
È un’opzione volontaria per integrare la pensione di base. I lavoratori possono aderire a fondi pensione complementari per aumentare l’importo della pensione ricevuta al momento del pensionamento.
Pensioni speciali
Alcune categorie professionali, come i militari, gli insegnanti e i dipendenti pubblici, hanno regimi pensionistici speciali con requisiti e importi specifici. Cambiano le modalità di accesso e in alcuni casi anche i requisiti richiesti per uscire dal mondo del lavoro.
Pensione per lavoratori precoci
Introdotta per coloro che hanno iniziato a lavorare molto giovani e hanno accumulato un certo numero di anni di contributi prima di raggiungere l’età pensionabile standard. Si tratta della quota 41 che richiede:
- 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età;
- 41 anni di contributi versati;
- l’appartenenza ad una delle categorie tutelate (caregiver, gravosi, usuranti, disabili e disoccupati).
Le regole specifiche e i requisiti per ciascun tipo di pensione possono variare nel tempo a causa delle riforme pensionistiche. È importante consultare fonti ufficiali o un consulente previdenziale per informazioni aggiornate e dettagliate.