Anche se ormai è appurato che la quota 100 potrà restare in vigore soltanto per altri 11 mesi, il dibattito rimane incentrato sulla prossima riforma nella quale molti lavoratori sperano. Quello che si auspica in tal senso, infatti, è che nel post quota 100 possa essere varata una riforma previdenziale strutturale.
I lavoratori, infatti, dall’introduzione della legge Fornero, sono stati soggetti a misure che di anno in anno potevano venir prorogate non garantendo la possibilità di pianificare il futuro sul pensionamento.
Pensioni ultim’ora
Le ultime notizie pensioni, in ogni caso, al momento non portano nessuna buona nuova anche se i lavoratori hanno bisogno non solo di maggiore flessibilità in uscita quanto di una maggiore stabilità nel panorama previdenziale.
Pensare alla pensione e al fatto che deve essere raggiunta obbligatoriamente entro una determinata data, pena la scadenza della misura che la permette, sta creando molta instabilità ed insicurezza in chi si avvicina alla quiescenza.
Proprio per questo motivo una quota 41 per tutti senza paletti poteva essere una buona prospettiva per un post quota 100 anche se qualcuno, ottimisticamente auspica addirittura una quota 100 con 60 anni di età ed almeno 40 anni di contributi.
In ogni caso, qualsiasi sia la misura che possa venire introdotta nel prossimo futuro è necessario che non preveda troppe penalizzazioni. Inserire una quota 41 per tutti, infatti, che preveda una penalizzazione troppo pesante, non solo scoraggerebbe dal pensionamento ma continuerebbe ad indirizzare i lavoratori verso una pensione anticipata ordinaria che penalizzazioni (almeno per il momento) non ne prevede.
Quello che sostengono moltissimi lavoratori, infatti, è che 41 anni di contributi siano più che sufficienti per garantire una quiescenza meritata e possibilmente senza penalizzazioni. Soprattutto per chi svolge una professione pesante (anche se, a ben pensarci, dopo 41 anni anche la professione più piacevole diventa pesante).
Ma a nostro avviso una quota 41 per tutti non sarebbe comunque sufficiente a garantire flessibilità in uscita: soprattutto con il mercato del lavoro odierno non è certo alla portata di tutti lavorare almeno 41 anni prima del raggiungimento dei 67 anni di et (età che permette l’accesso alla pensione di vecchiaia). Quindi andrebbe pensata una misura che permetta anche il pensionamento con meno anno di contributi, magari fissando un paletto anagrafico (come, appunto, fa oggi la quota 100).
Per approfondire leggi anche: Pensioni ultime notizie: dalla quota 102 alla quota 41