Per 3 anni stop alle cure gratis per chi commette reati sanitari e aggredisce medici e infermieri Per 3 anni stop alle cure gratis per chi commette reati sanitari e aggredisce medici e infermieri

Per 3 anni stop alle cure gratis per chi commette reati sanitari e aggredisce medici e infermieri

Una dottoressa con una mano fratturata, un altro dottore costretto a cure mediche per via di calci e pugni. Un altro finito per terra. E personale medico asserragliato in una stanza dell’ospedale, con i familiari di una ragazza deceduta sotto i ferri di un intervento chirurgico, a cercare di sfondare la porta. È la triste storia proveniente dall’ospedale Riuniti di Foggia. Triste sicuramente per la morte della paziente operata al torace dal reparto chirurgia toracica del Nosocomio pugliese. E tragica per l’aggressione subita dai medici. Una aggressione che non rappresenta un caso isolato, anzi. A tal punto che sono quelli del personale sanitario a chiedere addirittura l’intervento dell’esercito.

Per 3 anni stop alle cure gratis per chi commette reati sanitari e aggredisce medici e infermieri

Come si legge sul Sole 24 Ore, gli infermieri di Nursing up (un sindacato degli infermieri) alla luce di questa impennata di casi di cronaca che parlano di aggressioni al personale sanitario, prima lamentano l’assenza di agenti delle Forze dell’Ordine negli ospedali e nei pronto soccorso e soprattutto di notte. Ma poi, chiedono il presidio dell’Esercito. Perché se le Forze dell’Ordine sono poche numericamente, a tal punto che non possono essere usate nei pronto soccorso di notte, allora bisogna guardare oltre. E quindi all’e
Esercito. La misura quindi è colma. E i casi di cronaca non possono aver lasciato indifferente quelli delle stanze della politica. A tal punto che si inizia a intravedere la linea di intervento.

I diritti del cittadini in ambito sanitario si possono negare per punirli di qualcosa?

Chi si rende artefice di aggressione in ospedale ai sanitari, al netto della situazione emotiva che può essere capita (la morte di un familiare) ma che non giustifica il farsi giustizia da soli aggredendo medici e infermieri, rischierà grosso. Rischierà infatti di perdere alcuni benefici nonché sacrosanti diritti, anche costituzionali, in materia sanitaria. Una proposta di Fratelli d’Italia, con un Disegno di Legge Delega a prima firma del senatore Ignazio Zullo, capogruppo del partito della Meloni in Commissione Lavoro e Sanità di Palazzo Madama, parla di Daspo delle cure sanitarie gratuite. Il Daspo nello sport è quel provvedimento che nega la partecipazione ad eventi sportivi a chi si rende artefice di violenza negli stadi o comportamenti razzisti. Per la vicenda delle aggressioni invece, si arriva a tre anni di sospensione nell’accesso alla cure a costo zero offerte dal Servizio Sanitario Nazionale per i condannati. Naturalmente al netto di eventuali prestazioni di urgenza, come possono essere quelle considerate salvavita, che devono comunque essere concesse a tutti. Sia ai buoni che ai cattivi. Chi aggredisce un medico per esempio, per tre anni, in base alla proposta, potrebbe dover pagare per quelle visite e cure programmate e in genere, concesse gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il Daspo per chi aggredisce medici e infermieri

Il nome dei responsabili di questi reati verrebbe inserito in una banca dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. E per loro, insieme ai colpevoli di reati contro il patrimonio sanitario, ecco scattare il Daspo. Come detto, questi soggetti potrebbero essere costretti a pagare alcune cure e visite.

Ed i soldi recuperati per i pagamenti di questi soggetti, sono soldi che verrebbero usati per il potenziamento delle misure di sicurezza negli ambienti sanitari. Al momento si tratta di una proposta, come si legge sul quotidiano prima citato. Ma sicuramente è una delle linee di intervento che verranno valutate per limitare i casi di violenza di questo genere.

Ma è una linea che probabilmente dovrà essere ben valutata se si considera che il Servizio Sanitario Nazionale è finanziato principalmente attraverso le tasse che i cittadini versano. In modo tale da garantire così che i servizi medici siano gratuiti per ogni individuo senza discriminazioni.