In arrivo il decreto di riforma del fisco locale, confermato anche dal viceministro all’Economia Maurizio Leo. Un delle novità più importanti che potrebbe introdurre è la possibilità, per i sindaci, di prevedere una definizione agevolata per i contribuenti con debiti. Dall’altra parte, però, si vuole anche puntare a rafforzare la riscossione coattiva, quella che permetterebbe all’ente locale di poter accedere ai pignoramenti più velocemente.
La norma che si sta studiando porterebbe il via libera alle azioni esecutive dopo 60 giorni (oggi può avvenire solo dopo 180 giorni) per i contribuenti che non versano Imu e Tari (e gli altri tributi comunali).
Pignoramento per chi non ha pagato Imu e Tari
I tempi di accertamento in questo modo si allineerebbero per chi ha deciso di fare ricorso e chi, invece, non lo fa. Già Enrico Maria Ruffini, ex presidente dell’Agenzia delle Entrate aveva avanzato l’ipotesi di “archiviare la separazione tra chi riscuote le tasse e chi iscrive a ruolo quei debiti col Fisco”. Sono oltre 8 mila i Comuni che hanno iscritto a ruolo miliardi di posizioni non pagate, partendo dalle multe stradali e finendo con Tari e Imu non pagati.
Una volta che è trascorso il tempo è l’Agenzia delle Entrate che deve farsi carico della riscossione, inviando le cartelle esattoriali, quando i Comuni potrebbero anche procedere da soli e sgravare le Entrate di questo ulteriore peso. Il problema principale è che le diverse banche dati non comunicano tra di loro e, quindi, lo Stato vede allo stesso modo una frode da centinaia di migliaia di euro e una multa non pagata di poche centinaia di euro.
Adesione agevolata
Allo studio, oltre ai tempi più brevi per i pignoramenti, anche l’adesione agevolata senza sanzioni che permetterebbe ai singoli Comuni di introdurre sanatorie che escludano sanzioni e interessi per chi si presenta, in autonomia, a versare il debito entro un determinato lasso di tempo (non meno di 60 giorni in ogni caso). Il tempo limite sarà deciso dalla singola municipalità, ma potrebbe essere un modo per riscuotere senza impiegare fondi e personale.
La macchina delle riscossione in Italia è abbastanza claudicante e queste iniziative potrebbero consentirle di viaggiare un po’ più speditamente.
Ovviamente anche per i tributi locali come Imu e Tari è prevista la prescrizione che interviene, in questo caso, decorsi 5 anni. Ad esempio Tari e Imu del 2019 vanno in prescrizione a marzo 2025 (considerando anche gli 85 giorni di sospensione per il Covid).