Nel 2019 il governo Conte con Movimento 5 Stelle e Lega in maggioranza varò la quota 100. Dopo 3 anni fu la volta della nascita di quota 102. Adesso da 3 anni a questa parte c’è la quota 103. E poi, per gli usuranti c’è la quota 97,6. Escludendo quota 41 che è una misura che non prevede somme algebriche di età e contributi per centrare la quota, avendo un solo requisito in quello contributivo, le pensioni a quota hanno soglie molto alte. Ed alta era anche la soglia di una delle misure che più nostalgia ha lasciato. Parliamo della quota 96 valida prima della riforma Fornero. Ecco perché se parliamo delle pensioni di oggi e delle novità appena introdotte, parlare di una quota 89 può sembrare un qualcosa di eccezionale. La somma di età e contributi che deve dare 89 è nettamente più bassa per esempio delle combinazione 62+41 della quota 103. Ed è più bassa anche della combinazione 61,7+35 da cui pare lo scivolo usuranti di quota 97,6. Ma che misura è questa quota 89?
Per le pensioni ecco la nuova quota 89 nel 2025, di cosa si tratta?
La misura di cui parliamo non si chiama certo quota 89. Ma effettivamente è a questa quota che si deve arrivare per anticipare il pensionamento già a 64 anni di età. E se è vero che la quota si raggiunge sommando età e contributi, è evidente che parliamo di 25 anni di versamenti. Quindi, in pensione con la combinazione 64+25, questa la novità del 2025 appena introdotta. Che non è una misura nuova o un nuovo strumento di pensionamento. Si tratta infatti solo di una possibilità in più di arrivare a completare i requisiti utili alle pensioni anticipate contributive.
Pensioni anticipate contributive, come funzionano?
Cosa sono queste pensioni anticipate contributive? Sono una particolare misura strutturale del sistema che riguarda i lavoratori che hanno iniziato a versare solo dopo la fine del 1995. Per loro c’è questo canale di pensionamento anticipato che si usa una volta arrivati a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Ma solo a condizione che l’importo della pensione raggiunto alla data di liquidazione del primo rateo (alla decorrenza del trattamento, ndr), sia pari o superiore a 3 volte l’assegno sociale.
Le lavoratrici con figli possono godere del vantaggio di dover arrivare a solo 2,8 volte l’assegno sociale se hanno avuto un solo figlio. O a 2,6 volte se di figli ne hanno avuti più di uno. Ed è proprio in funzione di questi limiti di importo minimo che nasce la novità che adesso richiama a questa fantomatica quota 89.
La quota 89 per la pensione anticipata nel 2025, ma come?
La pensione di quota 89 non è altro che la pensione anticipata contributiva a 64 anni di età con almeno 25 anni di versamenti. In pratica chi ha maturato 5 anni di versamenti in più rispetto al limite dei 20 anni utile alla generalità dei lavoratori per la pensione anticipata contributiva, può sfruttare anche la previdenza complementare per raggiungere le pensioni pari a 2,6, 2,8 o 3 volte l’assegno sociale prima citate.
Naturalmente è una facoltà che hanno quelli che hanno versamenti nei fondi pensione integrativi. Perché quando sarà il momento di uscire all’importo della pensione raggiunta all’INPS gli interessati potranno aggiungere anche l’importo della pensione raggiunta nel fondo o nei fondi integrativi a cui versano. In definitiva, la quota 89 è una possibilità che nel 2025 avranno quanti hanno il primo contributo versato dopo il 31 dicembre 1995 e che hanno versamenti alla previdenza complementare.