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Perderà agevolazioni e pagherà più tasse chi prende il bonus mamma lavoratrice, ecco importi, calcoli e novità

Ecco quando il bonus mamma lavoratrice rischia di penalizzare anziché avvantaggiare.

Il bonus mamma lavoratrice è un’agevolazione introdotta dalla legge di Bilancio che permette di ottenere in busta paga lo sgravio dei contributi previdenziali versati mensilmente dalla lavoratrice stessa. In pratica, si prende uno stipendio più alto ed in misure pari alla quota dei contributi che la lavoratrice versa. ma solo la parte a suo carico, perché quella che versa normalmente il datore di lavoro resta da versare. Ma a conti fatti ci sono lavoratrici che non guadagnano granché. Anzi, c’è chi ci rimette.

Il Bonus mamma lavoratrice, cos’è?

Il bonus mamma lavoratrice è valido fino al 2026 ed è destinato a donne con almeno 3 figli a carico e fino al compimento dei 18 anni di età del figlio più piccolo. Solo per il 2024 bonus destinato pure a donne con due soli figli a carico, ma fino al compimento del decimo anno di età del più piccolo. Lo sgravio dei contributi che viene riversato in busta paga come incremento del netto in busta è pari al 9,19%. Questa è l’aliquota contributiva a carico del dipendente. Per lavoratrici con redditi fino a 25.000 euro, il taglio del cuneo fiscale però sconta già del 7% l’aliquota contributiva. Il bonus mamma quindi permette di recuperare solo il 2,19%. Per donne con redditi sopra 25.000 euro e fino a 35.000 euro, il taglio del cuneo fiscale invece sconta del 6% l’aliquota contributiva a loro carico. Il bonus mamma in questo caso vale il 3,19%.

Ecco perché il bonus non sempre conviene

Come si legge sul Corriere della Sera, dove viene riportata una tabella della Fisac Cgil, le cose da considerare sono anche altre. Perché per via dell’incremento, anche minimo, di stipendio mensile, si finisce con il pagare un’Irpef maggiore. E questo significa che per esempio, a fronte di 2.000 euro di stipendio lordo, una lavoratrice godrebbe di 64 euro di aumento lordo che genera 15 euro di Irpef in più per un incremento netto di 49 euro. Ben lontano dai 184 euro circa che varrebbe uno sgravio del 9,19% su 2.000 euro. Ma è pur sempre un incremento che rischia in alcuni casi di incidere negativamente anche sull’ISEE.

Perderà agevolazioni e pagherà più tasse chi prende il bonus mamma lavoratrice, ecco importi, calcoli e novità

Per esempio, per colpa di questo incremento mensile in busta paga, si corre il rischio di prendere un assegno unico sui figli a carico inferiore. Infatti l’importo ISEE fino a 17.090,61 euro garantisce un assegno unico di 199,40 euro al mese per figlio. Un importo che cala progressivamente fino ad arrivare alla soglia minima di 57 euro al mese per figlio con ISEE sopra la soglia di 45.574,96 euro. Ma l’ISEE può essere importante anche per il Bonus sociale. Per esempio, lo sconto sulla bolletta della luce si ottiene con un ISEE fino a 9.530 euro. Evidente che salendo il salario con lo sgravio del bonus mamma lavoratrice, c’è il rischio di uscire fuori dall’agevolazione. Ma gli esempi possono essere infiniti, tra sconti sulle tasse universitarie, esenzioni e sconti ticket sanitari e tutte le altre agevolazioni che partono da una soglia ISEE prestabilita.