Il giornalismo è una cosa seria. Un lavoro indispensabile in una democrazia. Ma ciò che accade ogni giovedì su LA7 nella trasmissione Piazza Pulita di Corrado Formigli è un’informazione spiccatamente di parte, contraria al governo di Centrodestra, contraria a Giorgia Meloni e non certo neutrale.
Sarà per questione di audience, per linee direttive della rete o perché per esempio la Premier e molti suoi uomini di spicco di partito evitano di andare in quella trasmissione come in tante altre di LA7. O chissà per quale altro motivo.
Ma in effetti ciò che va in scena ogni giovedì è un giornalismo schierato, un’informazione di parte, a volte con argomenti e materie su cui ospiti, conduttore e servizi, sembrano letteralmente arrampicarsi sugli specchi. Ogni settimana un processo alla Premier, al governo e posizioni preconcette. Ieri la punta dell’iceberg, perché tutto è diventato evidente ancora più delle altre volte.
Piazza Pulita su LA7: ogni giovedì il solito spettacolo
Il caso della settimana, se così si può dire, è quello del comportamento poco ortodosso che molti politici hanno verso i giornalisti. Su questo è vero, ormai ci sono politici, di destra e di sinistra, che spesso scelgono di non rispondere a giornalisti che si sa, sono critici nei loro confronti e di parte. Anche la Premier per esempio, su LA7 da Giovanni Floris o proprio da Formigli, non ci va.
Ma il caso della politica che sceglie i giornalisti a cui dare risposte è trasversale. E per esempio una domanda della giornalista di Rete4 Lavinia Orefici inviata della trasmissione di Nicola Porro, Quarta Repubblica, all’ex Premier Romano Prodi sul Manifesto di Ventotene ha portato ad una risposta piccata del Professore.
Ma soprattutto, ha portato il professore a tirare i capelli (non con violenza però) alla giornalista. Bene, ieri sera apertura di Piazza Pulita con una serie di video dove si facevano vedere politici del centrodestra rispondere male ai giornalisti, usare parole pesanti e spesso impronunciabili. In pratica, subito evidente la linea della puntata.
La difesa di Romano Prodi da parte di LA7, e le accuse al centrodestra, tra cui quelle al parlamentare Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, che si è rifiutato di parlare con i giornalisti data la presenza tra loro di Giacomo Salvini. Si tratta del giornalista del Fatto Quotidiano che è autore del libro “Fratelli di chat” basato sui messaggi che si scambiavano gruppi di parlamentari di Fratelli d’Italia.
Chat che, finite nelle mani del giornalista, sono diventate un libro e su cui alcuni esponenti del partito della Meloni hanno annunciato azioni legali. “Finché c’è questo pezzo di merda non parlo”, così ha risposto Donzelli ai giornalisti che volevano intervistarlo riferendosi al Salvini del Fatto Quotidiano. Comportamento sbagliato di Donzelli, sicuramente sbagliato. E sbagliato anche il fatto che le sue scuse non sono state completate, perché non ha chiesto scusa al giornalista etichettato.
Ma che su LA7 a Piazza Pulita il grosso era contro il centrodestra che tratta male i giornalisti e non su Romano Prodi che tira i capelli la dice lunga.
I due pesi e le due misure, a prescindere dalla gravità dei fatti, la terzietà dell’informazione manca
Ma il caso Prodi è da giorni che ha portato alla luce un giornalismo di parte, schierato e completamente servo dell’opposizione. Chi accusa Rete4 di essere una rete serva del governo, o è in malafede, o non ci ha capito nulla.
Innanzitutto su LA7 i talk show spesso sono organizzati in modo tale che ci siano alcuni ospiti a favore del governo, ma molti di più contrari. Anche nei dibattiti multipli, numericamente, ci sono sempre esperti, intellettuali e politici contro il governo in numero maggiore rispetto a quelli che hanno una posizione opposta.
E se poi ci si mette anche il conduttore o i suoi collaboratori davanti ai PC a cercare informazioni, a dare manforte alla contrarietà verso il governo, parlare di processi all’esecutivo è evidente. Sempre ieri sera Matteo Renzi, spalleggiato in maniera non terza da Corrado Formigli, ha fatto un quadro desolante dell’operato del governo Meloni. Contro Renzi, Italo Bocchino, ieri esponente di spicco di Alleanza Nazionale, ex Parlamentare e uomo vicino all’ex Leader di AN, Gianfranco Fini.
Bene, sulle tasse dei lavoratori Renzi ha accusato il governo di averle alzate. Naturalmente per il gioco delle parti Italo Bocchino dice esattamente il contrario. E si snocciolano numeri da una parte e dall’altra. Lo stipendio e il cedolino dei lavoratori si è ridotto, così Renzi. I dati Ocse dicono che mai come con questo governo la pressione fiscale si è ridotta, così Bocchino. Ed ecco l’intervento della collaboratrice di Formigli, che subito trova a schermo sul suo PC i dati che dimostrano come le tasse sono aumentate. E nel botta e risposta con Bocchino, ecco che lei sostiene che è questione di scaglioni di imposta, con una narrazione vaga, in evidente difficoltà. Delle due l’una. In effetti l’IRPEF grava sui redditi in maniera progressiva, a scaglioni, Più alto il reddito, più tasse si pagano.
Se i redditi scendono, come Renzi ha sostenuto, perché magari un lavoratore nel 2024 aveva 29.000 euro di reddito ed oggi ne ha 27.000, ha pagato meno tasse. Fino a 28.000 euro l’imposta è del 23%, sopra 28.000 euro è del 35%. Un tre contro uno che non si può definire imparziale quello della parte di Piazza Pulita dedicata a Matteo Renzi e Italo Bocchino.
Tra scuse date in ritardo, mai date e poi? A Piazza Pulita non si può parlare di tutto
Tornando al caso Prodi e al caso Donzelli, ecco che da giorni, e fino alla fuoriuscita di un video da cui si evidenzia in maniera chiara ciò che ha fatto Prodi, era passata la tesi che fosse stata una sciocchezza.
Con Prodi che aveva dichiarato di aver messo una mano sulla spalla della giornalista. Con intellettuali, giornalisti di sinistra e politici schierati a favore del professore e contro la giornalista di Rete 4. In pratica, accusata di essere una bugiarda. Fa specie che nel video si vedono altri giornalisti intorno a Romano Prodi.
Nessuno ha preso posizione dicendo ciò che effettivamente l’ex Premier aveva fatto. Ripetiamo, nulla di tremendamente grave, ma far passare per bugiarda una giornalista è strano. La sua colpa? Aver letto un passaggio del manifesto di Ventotene (un passaggio letto anche dalla Premier alla Camera giorni fa) chiedendo a Prodi cosa ne pensava.
Ed ecco che l’esercito degli intellettuali, degli opinionisti e dei politici di sinistra si schiera a favore di Prodi. Un altro ex Premier, Enrico Letta conia l’hashtag io sto con Romano Prodi. La firma di Repubblica, Massimo Giannini parla di “sicario” del giornalismo di regime riferendosi alla giornalista a cui Prodi tira i capelli.
Ma non prima che altri intellettuali e giornalisti avessero di fatto messo in dubbio le parole dell’inviata di Rete4. Già a Quarta Repubblica per esempio, un’altra firma di Repubblica, Stefano Cappellini aveva parlato di VAR, riferendosi al primo video fatto girare dove si vedeva solo la mano di Prodi avvicinarsi alla giornalista e un movimento strano di una ciocca dei capelli. Poi siamo sempre alle solite.
Corrado Formigli che va da Giovanni Floris come ospite della trasmissione Di Martedì. Govanni Floris che fa il contrario, cioè va come ospite da Corrado Formigli a Piazza Pulita. Massimo Giannini che va da tutti e due. Argomento centrale, critiche al governo per le cose che fa e non fa. Scoop su tutto quello che fanno a destra, lasciando da parte errori che commettono pure a sinistra (e il caso Prodi lo dimostra). E se non c’è molto di attualità, ecco che si torna al Nazismo, al Fascismo, ai saluti romani e a tutto il resto.
Siamo sicuri che sia giornalismo neutrale?
E ieri sera Italo Bocchino a Piazza Pulita che chiede, durante un pezzo sulle parole di Donzelli contro Giacomo Salvini, di parlare anche del caso Prodi, che viene subito fermato da Formigli. Prodi ha chiesto scusa. Ma la verità, caro Formigli, è che le scuse sono arrivate dopo giorni, quando è uscito il video integrale dove si vede cosa ha fatto l’ex Premier. Quando tutta la tesi difensiva di tre lunghi giorni in cui Lavinia Orefici era passata per bugiarda (e dove erano le femministe di sinistra?), non poteva più essere mantenuta. Prodi aveva negato, aveva parlato di mano sulla spalla. Non sono scuse queste. E non ci sono scuse nemmeno per portare avanti trasmissioni di questo genere. Trasmissioni che ormai sono sempre identiche puntata dopo puntata.