Da gennaio molte famiglie italiane hanno iniziato a prendere l’assegno di inclusione. Le famiglie beneficiarie del sussidio sono davvero tante e per questo che ormai possiamo definire l’assegno di inclusione una misura a regime che ha preso il posto del reddito di cittadinanza. Molte famiglie però si stanno rendendo conto di prendere delle cifre nettamente inferiori rispetto a quelle che prendevano con il sussidio precedente. Questo dipende dal fatto che l’assegno di inclusione come platea è sostanzialmente ridotto rispetto al reddito di cittadinanza. Solo soggetti sopra i 60 anni, sotto i 18 anni, inseriti in programmi dai servizi sociali, assistenziali o sanitari, invalidi o con carichi di cura possono godere del sussidio. E le famiglie al cui interno non c’è nessuno di questi soggetti, non possono presentare nemmeno la domanda. Per le famiglie al cui interno invece c’è almeno un soggetto tra quelli prima citati, l’assegno di inclusione può essere richiesto. Solo che evidentemente, la misura del sussidio sarà calcolata esclusivamente sul soggetto o sui soggetti che rientrano nelle categorie prima citate. Riducendo quanto si percepisce rispetto al reddito di cittadinanza che considerava il nucleo familiare nella sua interezza.
Prendere l’assegno di inclusione più alto, ecco come devi fare
Però, una soluzione per prendere di più ci sarebbe. Anche se difficilmente si arriva a prendere un sussidio paragonabile a quello che era il reddito di cittadinanza. Infatti basta cambiare il proprio ISEE per recuperare un trattamento più favorevole. Ma come si fa a cambiare l’ISEE? Se nel nucleo familiare beneficiario dell’assegno di inclusione cambia qualcosa rispetto a quanto dichiarato nell’ISEE ordinario, l’operazione dal primo aprile è fattibile. Bisogna presentare una nuova DSU per ottenere un nuovo ISEE che per l’occasione viene chiamato ISEE corrente. In questo modo si possono indicare le condizioni economiche, reddituali e patrimoniali della famiglia, più vicine all’attualità. Perché l’ISEE ordinario fa riferimento alle condizioni economiche, reddituali e patrimoniali del 2022. L’ISEE corrente invece fa riferimento agli ultimi mesi. Chi ha subito sostanziali perdite dal punto di vista dei redditi e dei patrimoni rispetto al 2022, può così rendere di fronte all’assegno unico, la vera situazione di disagio che si vive e non quella di due anni addietro.
Ecco le regole da seguire per monetizzare il più possibile dall’assegno di inclusione
Una volta ottenuto l’ISEE corrente per forza di cose l’INPS è costretto a collegare all’assegno di inclusione di un nucleo familiare, l’ISEE corrente che diventa quello in corso di validità al posto di quello ordinario. E l’assegno di inclusione dal punto di vista degli importi verrà ricalcolato, con l’aggiunta di ciò che spetta in più alla luce delle nuove soglie. Essendo il sussidio ad integrazione del reddito familiare, è evidente che abbassando le soglie tra ISEE ordinario ed ISEE corrente, ci saranno famiglie che prenderanno di più. Ma solo per i primi 6 mesi da quando si ottiene l’ISEE corrente. Infatti questa versione dura solo 6 mesi. Alla sua scadenza l’INPS tornerà a considerare come in corso di validità la versione ordinaria dell’ISEE. Riportando le cifre a quelle iniziali. A meno che gli interessati alla scadenza dell’ISEE corrente non lo rinnovino ulteriormente, presentando ancora una volta una nuova DSU.