bancomat e prelievi bancomat e prelievi

Pure i prelievi al bancomat sono a rischio, l’Agenzia delle Entrate può sanzionare 

Ecco cosa rischia e chi rischia se preleva soldi in contante al bancomat con i controlli del Fisco.

L’Agenzia delle Entrate ormai ha il pieno controllo su tutti i dati di un contribuente, compresi i dati bancari. L’anagrafe dei conti correnti è a disposizione del Fisco che in base ai movimenti in banca da parte di un contribuente, può far partire controlli a tappeto anche molto approfonditi. Molti non sanno però che gli accertamenti sui conti correnti per verificare la compatibilità dei redditi dichiarati con i movimenti effettuati, non riguardano solo l’uso delle carte, oppure i bonifici in arrivo e in uscita. Questi movimenti tracciabili sono alla base della nuova frontiera della lotta all’evasione e al riciclaggio. Ma anche semplici prelievi al bancomat possono risultare pericolosi. 

Pure i prelievi al bancomat sono a rischio, l’Agenzia delle Entrate può sanzionare

I controlli da parte del Fisco italiano per eventuali redditi non dichiarati in base alle movimentazioni dei conti correnti in banca ormai è una costante. La presunzione di redditi non dichiarati scatta in automatico nel caso in cui i movimenti su un conto corrente sono eccessivi rispetto ai redditi dichiarati. Ma se per i privati cittadini il rischio riguarda sostanzialmente le operazioni tracciabili, per gli imprenditori anche il prelievo al bancomat è da considerare. 

I controlli del Fisco, ecco i rischi

In base a quanto prevede la normativa, l’esame dei rapporti finanziari dei contribuenti è autorizzato per il Fisco. E nel caso di discordanze, ecco che l’accertamento può dare diritto al Fisco di chiedere spiegazioni. E deve essere il contribuente a spiegare il perché di queste discordanze, la provenienza dei soldi e tutto ciò che fa parte dei rilievi mossi dall’Agenzia delle Entrate. 

Tornando ai prelievi al bancomat, per gli imprenditori che non riescono a giustificare i troppi prelievi rispetto ai redditi dichiarati, il Fisco può considerare le cifre di discordanza come dei ricavi non dichiarati.  Con tasse da versare e naturalmente sanzioni da pagare. Questa regola sulla presunzione di evasione  fiscale vale anche per i privati cittadini. 

Nel caso degli imprenditori i prelievi di contante possono far pensare a soldi che servono per pagare forniture senza fattura e quindi in nero.