Quando andare in pensione prima non conviene Quando andare in pensione prima non conviene

Quando andare in pensione prima non conviene


Andare in pensione prima del previsto è il sogno di molti lavoratori che vogliono godersi il meritato riposo dopo anni di sacrifici. Tuttavia, anticipare l’uscita dal mondo del lavoro comporta anche delle conseguenze economiche che non vanno sottovalutate. Infatti, la pensione anticipata è quasi sempre più bassa di quella di vecchiaia e può essere soggetta a penalizzazioni o limitazioni. Vediamo quindi in quali casi andare in pensione prima non conviene e quali sono le alternative più vantaggiose.

Pensione anticipata: requisiti e calcolo


La pensione anticipata è una forma di pensionamento che consente di uscire dal lavoro prima dell’età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni nel 2023). Per accedere alla pensione anticipata bisogna possedere un requisito contributivo minimo, che varia a seconda del sesso e della categoria di appartenenza:

  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi per le donne;
  • 41 anni per i lavoratori precoci;
  • 41 anni per i lavoratori gravosi.

La pensione anticipata si calcola con il sistema contributivo, cioè in base ai contributi versati e al coefficiente di trasformazione che dipende dall’età anagrafica. Questo significa che più si anticipa l’uscita, più il coefficiente si abbassa e quindi più la pensione si riduce.

Quota 103: requisiti e importo


Quota 103 è una misura transitoria che consente di andare in pensione prima con una somma tra età anagrafica e contributi pari a 103. I requisiti per accedere a Quota 103 sono:

  • 62 anni di età;
  • 41 anni di contributi;

Quota 103 prevede anche un limite all’importo della pensione, che non può superare cinque volte il trattamento minimo INPS (circa 2.800 euro lordi) fino al raggiungimento dell’età ordinaria (67 anni). Inoltre, Quota 103 è soggetta alla finestra mobile, cioè al periodo di attesa tra il raggiungimento dei requisiti e l’effettiva decorrenza della pensione (3 mesi per i dipendenti privati, 6 mesi per i dipendenti pubblici).

Quando non conviene andare in pensione prima


Dalle premesse fatte, si può capire che andare in pensione prima non conviene sempre. In particolare, ci sono alcune situazioni in cui ritardare l’uscita può essere più vantaggioso:

  • Se si ha un reddito elevato e si vuole ottenere una pensione adeguata al proprio tenore di vita;
  • Se si ha un’aspettativa di vita alta e si vuole godere della pensione per più tempo possibile;
  • Se si ha un regime misto o contributivo e si vuole aumentare il montante contributivo;
  • Se si vuole evitare le penalizzazioni o le limitazioni previste da alcune misure come Quota 103 o l’Ape sociale;
  • Se si vuole beneficiare delle maggiorazioni previste da alcune categorie come i lavoratori invalidi o quelli con carichi familiari.

Quali sono le alternative alla pensione anticipata


Se andare in pensione prima non conviene, quali sono le alternative? Ovviamente, la scelta dipende dalle esigenze personali e professionali di ogni lavoratore, ma ci sono alcune opzioni che possono essere prese in considerazione:

  • Continuare a lavorare fino all’età ordinaria od oltre, se si ha piacere e possibilità;
  • Richiedere la flessibilità in uscita, cioè la possibilità di ridurre l’orario o il carico di lavoro negli ultimi anni prima della pensione;
  • Valutare altre forme di prepensionamento come Opzione donna o Ape volontario, se si possiedono i requisiti specifici;
  • Accedere alla pensione con il sistema retributivo se si ha un regime misto o pro rata, se conviene.

Questi sono alcuni spunti per riflettere su quando andare in pensione prima non conviene e quali sono le alternative possibili. Per maggiori informazioni si consiglia di consultare il sito INPS o un patronato.