Per chi è nato nel 1957 e nel 2020 ha 63 anni e ne compirà 64 nel 2021, quali sono le possibilità di pensionamento entro il breve periodo?
Quando andrò in pensione se sono nato nel 1957
Per i nati nel 1957 le possibilità di pensionamento possono essere molteplici. Se da una parte sono aperte le porte per Ape sociale e quota 100 già nel 2020, nel 2021 alla lista delle pensioni papabili si aggiunge anche la pensione anticipata contributiva.
Ovviamente se donne, le nate nel 1957 possono accedere all’opzione donna a patto di aver maturato almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020.
Come dicevamo pensionamento con l’Ape sociale, sia nel 2020 che nel 2021 a patto che oltre al compimento dei 63 anni di età, si raggiungano almeno i 30 anni di contributi per invalidi, disoccupati e caregiver o almeno 36 anni di contributi per i lavoratori gravosi.
Altra possibilità è rappresentata, sia per il 2020 che per il 2021, dalla quota 100 che richiede, oltre al compimento dei 62 anni, il possesso di almeno 38 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2021.
Ovviamente per i nati nel 1957 esiste anche la possibilità di accedere alla pensione con l’anticipata ordinaria che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Altra possibilità di uscita sia per il 2020 che per il 2021, è rappresentata dalla quota 41, una misura dedicata esclusivamente ai lavoratori precoci (ossia coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere i 19 anni di età) che rientrano nei cosiddetti profili di tutela, ovvero che sono in possesso dei requisiti richiesti per caregiver, disoccupati, invalidi, usuranti e gravosi.
Pensione a 64 anni
Nel 2021, però, per i nati nel 1957 si apre anche un’altra possibilità di pensionamento riservata, però, solo ad una platea ristretta di lavoratori. Si tratta della pensione anticipata contributiva che richiede di aver compiuto almeno 64 anni e di aver maturato almeno 20 anni di contributi.
Attenzione, però, i 20 anni di contributi devono ricadere interamente nel sistema contributivo e, quindi, o essere stati accreditati tutti dopo il 31 dicembre 1995, oppure si deve poter optare per il computo nella gestione separata.
Ma non basta: è necessario anche che la pensione spettante sia pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale INPS, che nel 2020 ammonta a 459 euro mensili.