Il conto corrente è uno strumento bancario fondamentale che permette al titolare di gestire i propri risparmi in modo sicuro e organizzato. Questo servizio, infatti, consente al correntista di avere sempre accesso ai propri fondi, utilizzandoli per le spese quotidiane o straordinarie. Tuttavia, ci sono delle circostanze in cui la banca ha il diritto di bloccare temporaneamente l’accesso ai fondi del cliente, impedendogli di utilizzare il conto o gli strumenti di pagamento associati, come carte di credito e debito.
Conto corrente bloccato, quali possono essere le cause?
Il blocco di un conto corrente può avvenire per diverse ragioni, alcune delle quali sono previste dalle normative bancarie e da obblighi legali. Può trattarsi di una misura cautelativa, che viene adottata dalla banca per proteggere la sicurezza delle operazioni. Un esempio tipico riguarda gli scoperti di conto non autorizzati o i conti dormienti, ossia conti che non vengono utilizzati per un periodo prolungato, fino a dieci anni, e che vengono quindi “congelati” dall’istituto bancario.
La banca può decidere autonomamente di bloccare il conto nel caso in cui siano rilevati tentativi di accesso non autorizzati. Questo può essere il segnale di un possibile furto d’identità, dove qualcuno potrebbe aver ottenuto le credenziali bancarie del titolare per scopi fraudolenti. In questi casi, il blocco è una misura preventiva per evitare danni maggiori.
Situazioni di sospensione temporanea del conto corrente
Un altro caso in cui la banca può bloccare un conto è quando il correntista non rispetta gli obblighi di aggiornamento dei dati richiesti dall’istituto. Ad esempio, se il cliente non fornisce le informazioni necessarie per l’aggiornamento dei dati personali o la verifica dell’identità per l’antiriciclaggio, la banca ha la facoltà di sospendere temporaneamente il conto.
In questo caso, l’istituto ha l’obbligo di informare il cliente, e se quest’ultimo non provvede ad aggiornare le informazioni richieste, la banca potrebbe riservarsi il diritto di chiudere il conto, poichè viene a mancare il rispetto delle condizioni contrattuali.
Un altro caso che può comportare il blocco del conto è il decesso del titolare. In questa situazione, l’operazione di blocco è necessaria per evitare l’accesso non autorizzato ai fondi, in attesa che venga completata la procedura di successione e i legittimi eredi possano prendere possesso del patrimonio.
Interventi normativi e obblighi bancari
La normativa antiriciclaggio, ad esempio, prevede che le banche monitorino le transazioni dei propri clienti e segnali qualsiasi operazione sospetta, come quelle legate al finanziamento del terrorismo. In questi casi, la banca è obbligata a informare l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia, che procederà con una verifica. Nel frattempo, i fondi del conto corrente vengono bloccati in via temporanea.
Situazioni anomale, come il versamento di ingenti somme di denaro non giustificate, movimenti sospetti frazionati per evitare i controlli o transazioni provenienti da paesi ad alto rischio, sono tutte circostanze che possono scatenare un blocco del conto corrente.
Cosa fare in caso di blocco del conto
Se un correntista si trova con il conto bloccato, la prima azione da compiere è contattare la propria banca per cercare di capire il motivo del blocco.
Se il blocco è legittimo e giustificato, il cliente dovrà risolvere la situazione, ad esempio saldando eventuali debiti pregressi, o fornendo le informazioni necessarie per ottenere nuovamente l’accesso ai propri fondi.
Se il cliente ritiene che il blocco sia ingiustificato, può presentare un reclamo formale alla banca. La banca è obbligata a rispondere entro un mese, e se non lo fa, il cliente ha la possibilità di ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF).
In caso di rifiuto da parte della banca di sbloccare il conto o se il correntista ritiene che il blocco sia stato effettuato senza giustificazione, è possibile intraprendere un’azione legale, rivolgendosi al giudice. In tribunale, il cliente potrà chiedere l’annullamento del blocco e il risarcimento dei danni, sia patrimoniali che non patrimoniali, derivanti dall’inadempimento contrattuale.