Quando è il momento giusto per lasciare il lavoro e andare in pensione? Si fino a quando si applicava il sistema retributivo e quello misto la pensione si poteva calcolare, adesso, con il sistema contributivo si può solo stimare. Per molti lavoratori programmare l’uscita del mondo del lavoro non è proprio semplice, solo chi si sta avvicinando al momento topico può fare un calcolo di quanto gli manca.
I giovani, invece, possono solo stimare l’accesso alla pensione tenendo presente che ci sono diverse variabili che potrebbero incidere e che diminuiscono solo quando il momento tanto atteso si avvicina.
Per chi ha versato i propri contributi a partire dal 1996 il concetto di stima del pensionamento è influenzato da:
- l’età di accesso alla pensione che fa cambiare il coefficiente di trasformazione che determina l’importo della pensione;
- l’andamento del lavoro che influenza la quantità di contributi versati;
- l’andamento del Pil che modifica il modo in cui i contributi sono rivalutati;
- l’attesa di vita che ha effetto sia sull’età pensionabile che sul coefficiente di trasformazione.
Non si può stabilire quando si andrà in pensione
Il “quando” si andrà in pensione dipende dal momento del pensionamento. In parte anche dalle misure a disposizione, ma soprattutto perché con il passare degli anni l’età pensionabile aumenta per adeguarsi all’aspettativa di vita e per permettere al sistema previdenziale di restare sostenibile. Questo serve per fare in modo che la pensione sia erogata per lo stesso numero di anni più o meno a tutte le generazioni.
Il momento dell’accesso alla pensione, quindi, è variabile. Per chi ha 60 anni è quasi certo che la pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni e forse qualche mese. Ma per chi oggi ha 40 anni la pensione di vecchiaia potrebbe arrivare a 70 anni.
Non si può pianificare il momento del pensionamento con troppo anticipo, quindi.
Non si può pianificare l’importo della pensione
L’importo della pensione, da sempre, dipende da quanto si lavora. Con il sistema contributivo dipende anche da quanto si guadagna: meno si guadagna e meno sono alti i contributi che si versano. Di conseguenza anche l’importo della pensione, se si guadagna poco, sarà basso.
Proprio per questo motivo non è possibile calcolare con molto anticipo quello che sarà l’importo della futura pensione. Per chi ha una carriera continuativa si può stimare quanto si perde mensilmente andando in pensione, ma basta anche solo un buco contributivo a far saltare le stime. Per ogni anno che non si lavora la pensione diminuisce e non si può prevedere con anticipo se in futuro si avranno anni in cui non si lavora e non si versano contributi.
Anche l’importo della pensione, di fatto, può essere stimato in maniera più o meno precisa solo quando ci si avvicina all’età del pensionamento.
Non solo, l’importo della pensione oltre che da quanto si lavora e da quanto si guadagna, dipende anche dall’andamento dell’economia dell’Italia. I contributi versati, infatti, vengono rivalutati annualmente dall’Inps in base al Pil. E anche questo influenza l’importo della pensione. Ovviamente la pensione di chi occhi ha 30 anni potrebbe subire un calo che arriva anche fino al 20% in base all’andamento dell’economia. Per chi oggi ha 50 anni, invece, potrebbe risentire al massimo di un 9%.
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