Multe o tasse non pagate, in arrivo Raccomandata Agenzia delle Entrate. Come sempre siamo di fronte alla reazione del Fisco italiano all’evasione fiscale, a prescindere che sia evasione necessaria o evasione di proposito. La raccomandata Agenzia delle Entrate arriva proprio a chi ha tasse, imposte o multe non pagate. E si preannunciano guai. Nonostante si parli tanto di nuova rottamazione delle cartelle, di nuove sanatorie e di vantaggi per gli indebitati, è più facile ricevere la Raccomandata Agenzia delle Entrate. Sembrerà strano ma sono tantissimi gli utenti che ci scrivono che stanno ricevendo la busta verde dell’Agenzia delle Entrate.
Raccomandata Agenzia delle Entrate, guai in vista
Multe o tasse non pagate, dall’Agenzia delle Entrate ripartono gli invii. In linea di massima la raccomandata Agenzia delle Entrate è un sollecito di pagamento, perché non è ancora una cartella esattoriale. Sarà il passaggio successivo quello della cartella, cioè quando il contribuente nonostante il sollecito non pagherà quello che a tutti gli effetti va considerato un avviso bonario. In quel caso ecco che dalla notifica del debito si passa alla pretesa di pagamento vera e propria. E dall’Agenzia delle Entrate si passa all’Agenzia delle Entrate Riscossione. E la situazione peggiora ancora.
Cos’è la raccomandata Agenzia delle Entrate e come fare quando la si riceve
In termini pratici le raccomandate Agenzia delle Entrate che stanno arrivando non sono altro che solleciti su un mancato pagamento. Una lettera che serve affinché l’interessato possa provvedere a regolarizzare la sua posizione prima che vengano avviate, tramite le cartelle esattoriali, le procedure di riscossione per il recupero del credito che tutti conosciamo. E che vanno dall’invio della cartella esattoriale al fermo amministrativo e al pignoramento. Naturalmente prima di farsi prendere dallo sconforto, meglio verificare le cose da fare. Pagare, se il debito è conclamato è una soluzione. In quel caso, pagando ciò che si deve, l’atto viene estinto, e spariscono i rischi su eventuali procedure esecutive successive. Se poi c’è qualcosa che non quadra, ovvero se la pretesa dentro l’atto non è veritiera, si può fare ricorso.
Ecco le soluzioni da adottare e come mettersi in regola
“Il contribuente che ritiene illegittimo o infondato un atto emesso dall’Agenzia delle Entrate nei suoi confronti può proporre ricorso alla competente Corte di giustizia tributaria di primo grado”, questo ciò che scrivono sul sito dell’Agenzia delle Entrate. In alternativa si può fare una richiesta di riesame direttamente alla stessa Agenzia delle Entrate. In quest’ultimo caso va detto che il riesame non sospende i termini di pagamento della raccomandata Agenzia delle Entrate. E nemmeno quelli per fare ricorso.
Il ricorso infatti si presenta entro 60 giorni dalla data di ricevimento della raccomandata Agenzia delle Entrate. Se invece la situazione economica dell’interessato è precaria, cioè se non ha i soldi per pagare tutto e subito, può andare a chiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate un possibile rientro rateale.