Doveva essere cancellato, perché il reddito di cittadinanza sul finire del 2022 è stato davvero ad un passo dalla sua eliminazione definitiva. Le elezioni, il cambio di Governo ed il successo di una area politica che da sempre aveva contestato la misura, hanno messo a serio repentaglio la misura. La legge di Bilancio è stata emanata, e di questa cancellazione non è stato fatto nulla. Ma molto è cambiato per il sussidio. La cessazione è stata messa nero su bianco dal primo gennaio 2024. E quest’anno, un aumento degli adempimenti e un taglio del sussidio per molti beneficiari ha trovato campo. Ma le novità non finiscono certo ai soli 7 mesi di sussidio per gli under 60 senza minorenni o invalidi nel nucleo familiare. Anzi, per loro a settembre scatterebbe un nuovo adempimento.
Reddito di cittadinanza, a settembre nuova domanda per un nuovo sussidio
Chi non ha in famiglia invalidi, minorenni o anziani con 60 anni di età già compiuti, prenderà il sussidio solo per 7 mesi. Queste famiglie, composte unicamente da soggetti con età compresa tra i 18 ed i 59 anni dovranno svolgere corsi di formazione idonei a riqualificarli per una nuova occupazione. Poi dovranno rispondere positivamente ad eventuali offerte di lavoro o ad eventuali chiamate a lavori di pubblica utilità. Sono le novità del reddito di cittadinanza 2023, quelle introdotte nella legge di Bilancio che porterà la misura alla sua cessazione il 31 dicembre 2023. Ma il Ministro del Lavoro, Elvira Calderone, dovrebbe presto mettere alla valutazione del Consiglio dei Ministri, il decreto che riformerà il reddito di cittadinanza immediatamente. Ed è così che sul reddito di cittadinanza, a settembre nuova domanda per un nuovo sussidio è quello che dovranno aspettarsi i beneficiari prima citati.
Da RDC a MIA, ecco coma cambia il sussidio contro la povertà
Per i beneficiari a cui il sussidio viene accordato per 7 mesi e basta, pare certo, come si legge sulle pagine del Corriere della Sera che da settembre si passerà a chiedere un nuovo strumento, che si chiamerà, forse, MIA, acronimo di Misura di Inclusione Attiva. Resta quindi inalterata la scissione delle famiglie beneficiarie del sussidio tra attivabili al lavoro e non attivabili. Per gli over 60, per le famiglie con minorenni al loro interno, o con invalidi presenti nello stato di famiglia, nulla cambierà, se non lo stop dal primo gennaio prossimo. Per gli altri invece, bisognerà chiedere il nuovo strumento che di fatto sarà di inclusione attiva. E durerà 12 mesi con un beneficio economico che da 500 euro al mese scenderà a 375.
Da gennaio MIA per tutti?
Il nuovo strumento, stando a questa ipotesi, da gennaio diventerà per tutti. Anche per i non attivabili. L’importo base sarà sempre di 500 euro, con annesso surplus nel caso di affitto imputato che oggi da 280 euro al mese a chi vine in affitto con regolare contratto registrato. E che in futuro potrebbe scendere di importo e commisurato al numero dei componenti la famiglia.
Inoltre la durata del sussidio verrà accorciata da 18 a 12 mesi e senza la possibilità di chiederlo in eterno di 18 mesi in 18 mesi come oggi. E potrebbe scendere anche l’ISEE di riferimento che dai 9.360 euro di oggi passerebbe a 7.200 euro.