Addio al reddito di cittadinanza per milioni di famiglie anche se la misura resterà attiva e non verrà cancellata. Infatti la soppressione del sussidio ormai sembra una idea tramontata per ovvie ragioni di popolarità di un atto del governo e per ovvie ragioni di necessità vista la perdurante crisi economica. Ma correggere il sussidio è ormai quasi una certezza. Ma correzioni significa senza dubbio un taglio della misura che potrebbe essere commisurata all’età. Reddito di cittadinanza stop dal 2023 quindi, non per tutti ma per parecchi.
Addio reddito di cittadinanza nel 2023 e perché?
Il reddito di cittadinanza rischia di ridursi dal punto di vista della platea. Infatti sembra entrare sempre più in campo una novità che davvero rischia di escludere molti beneficiari dalla misura. Come? la risposta ormai è nota e verte sempre sul fatto che la misura in questi anni ha rappresentato uno strumento di disincentivo al lavoro. Infatti anche persone che potevano essere abili e attivabili al lavoro oggi prendono il sussidio. Una cosa che adesso potrebbe non ripetersi più.
Sotto i 60 anni niente sussidio
I nuovi beneficiari del sussidio quindi saranno diversi. Rispetto a prima almeno. Resteranno solo poche categorie che dovrebbero poter prendere il reddito di cittadinanza. Almeno stando alle ultime ipotesi che per qualcuno potrebbero essere agghiaccianti. Infatti si pescherà tra:
- fragili;
- invalidi;
- over 60;
- genitori con figli minorenni da assistere (forse fino a 3 anni);
- nuclei familiari monogenitoriali.
Per le categorie prima citate nessun vincolo di età e nemmeno vincoli relativi ad eventuale idoneità al lavoro. Per chi non ha compiuto 60 anni invece, se non si rientra nelle categorie prima citate, significa che si è attivabili al lavoro. Niente sussidio quindi, a prescindere. Un taglio di platea netto, anche se c’è chi continua a sottolineare che la stragrande maggioranza dei beneficiari oggi non è attivabile al lavoro.