Il reddito di cittadinanza è una misura che ha fatto discutere molto e continua a farlo. Ma si può discutere di tutto, tranne che sul fatto che il Rdc ha senza dubbio rappresentato un salvagente importante per le famiglie ma anche per il governo durante questi lunghissimi mesi di pandemia.
Non c’è dubbio che grazie al reddito di cittadinanza molte famiglie sono state salvaguardate da una crisi che ha risparmiato poche categorie di lavoratori. E si tratta di famiglie che hanno avuto dal reddito di cittadinanza il sostentamento che altrimenti gli sarebbe mancato. E per il governo ci sono state meno persone da salvaguardare con gli scostamenti di bilancio e con i vari bonus che via via sono stati creati appositamente per la crisi scatenatasi in seguito alla pandemia.
Un appunto però al reddito di cittadinanza si può muovere ed è giusto che qualcuno lo muova. Fin dalla sua nascita il reddito di cittadinanza è stato carente per quanto concerne le politiche attive sul lavoro. Ma adesso si inverte il trend e da più parti d’Italia si convocano presso i Comuni, i beneficiari del sussidio per farli lavorare. E la novità è che anche un lavoro stagionale può diventare la soluzione per reinserire nel mondo del lavoro i beneficiari del sussidio come la misura tra le altre cose prevedeva dal punto di vista delle politiche attive sul lavoro.
Cosa sta accadendo adesso su Rdc e beneficiari
Il lavoro stagionale obbligatorio per chi prende il reddito di cittadinanza, questa la notizia che da un paio di giorni circola in rete. Infatti pare che si stia pensando a rendere obbligatorio per continuare a percepire il sussidio, accettare lavori di carattere stagionale, come quelli del turismo per esempio. Sarebbe un modo per venire incontro anche ad un’altra problematica del momento, cioè la carenza di manodopera nei settori della ristorazione, degli alberghi e degli stabilimenti balneari.
L’incastro tra reddito di cittadinanza e lavoro nel turismo e nella ristorazione non è una novità, perché gli operatori del settore sono settimane che rimarcano il fatto che non si trova personale perché i ragazzi preferiscono i sussidi assistenziali del governo, primo tra tutti il reddito di cittadinanza, al lavorare presso le strutture.
Adesso però proprio i beneficiari del sussidio potrebbero diventare la manodopera di cui il settore appare carente. Chi prende il reddito di cittadinanza infatti dovrà accettare offerte entro 100 km dalla loro residenza, sospendendo la fruizione del beneficio, ma godendo in alcuni casi precisi di un’integrazione versata dall’Inps. Questo è ciò c he contiene una proposta di Valentina D’Orso, Parlamentare del M5S che tra l’altro è il movimento politico che ha fortemente voluto il Rdc.
Cosa prevede la proposta
Il contenuto della proposta della deputata grillina altro non è che una modifica al meccanismo di funzionamento del Rdc. La proposta è contenuta in un classico emendamento al decreto Sostegni Bis. Se non vogliono perdere il beneficio, con l’istituto della decadenza, in base alla proposta, i beneficiari del Rdc dovranno accettare anche offerte di lavoro stagionale nelle strutture prima citate, purché siano entro cento chilometri dalla loro residenza.
Durante l’attività lavorativa il sussidio verrebbe sospeso per poi essere riattivato a lavoro stagionale concluso. Se l’offerta di stipendio da parte del datore di lavoro risulterà inferiore al beneficio del Rdc precedentemente percepito (difficile però che si arrivi a questo visto che tutto si può dire tranne che il Rdc eroga cifre da capogiro), sarebbe l’Inps ad entrare in campo erogando la differenza tramite un assegno integrativo.
E per venire incontro ai datori di lavoro del settore, un altro emendamento, stavolta proveniente da Forza Italia e dal parlamentare azzurro Roberto Pella, prevede la decontribuzione totale per i datori di lavoro del settore che assumono per la stagione estiva persone estrapolandole dall’elenco dei beneficiari del reddito di cittadinanza.