Novità INPS per pensioni minime, invalidi e pensione sociale, cambia il Modello RED Novità INPS per pensioni minime, invalidi e pensione sociale, cambia il Modello RED

Riforma delle pensioni 2023, cosa potrebbe accadere alla previdenza sociale

Riforma delle pensioni 2023, cosa potrebbe accadere alla previdenza sociale

Siamo alle solite, perché come ogni anno si parla sempre di riformare il sistema pensionistico con misure e novità che poi alla resa dei conti della legge di Stabilità, non vengono approntate. Sta di fatto che oggi in Italia ci sono almeno 3 misure destinate a scomparire alla fine del 2022. Anche in questo nessuna novità dal momento che si tratta di una prassi. Opzione donna scade ogni anno non essendo strutturale. Ma ogni anno viene rinnovata. L’Ape sociale la stessa cosa e probabilmente anche quota 102 finirà con il restare viva e vegeta ancora per un po’.

Pensioni 2023, come siamo messi oggi

Oggi si esce dal lavoro con 67 anni di età e 20 di contributi. Si chiama pensione di vecchiaia ordinaria. In alternativa si esce con 42 anni e 10 mesi di contributi per i lavoratori maschi e 41 anni e 10 mesi per le donne. Si chiama pensione anticipata ordinaria. E poi, con 41 anni di versamenti, di cui uno prima dei 19 anni di età e se si rientra in alcune categorie, c’è la quota 41. Opzione donna invece stabilisce che chi ha completato 58 o 59 anni entro il 31 dicembre 2021, può lasciare il lavoro se alla stessa data ha completato 35 anni di carriera. Per disabili, invalidi, con invalidi a carico e lavori gravosi, c’è l’Ape sociale con 63 anni di età minima e 30, 32 o 36 anni di contributi. Infine c’è la quota 102, novità del 2022 che ha sostituito la quota 100. Servono 64 anni di età ed almeno 38 anni di contributi.

La riforma in arrivo

La quota 102 dura solo un anno, perché nel 2023 dovrebbero nascere delle pensioni flessibili. I sindacati vorrebbero la linea di demarcazione fissata a 62 anni di età con 20 anni di contributi. Impossibile o quasi a queste condizioni. Più facile che si arrivi ad una pensione dai 64 anni con 20 anni di contributi, estendendo la pensione anticipata contributiva oggi valida per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996. Ma verrebbe ritoccato un limite di importo che è piuttosto stringente. Infatti oggi i contributivi puri devono ottenere un assegno pari a 2,8 volte l’assegno sociale per poter andare in pensione. L’ipotesi è di abbassare la soglia ad 1,5 volte l’assegno sociale. La pensione anticipata con 41 anni di contributi per tutti è una variabile, di cui si parla sempre. Ma ha le stesse possibilità di essere varata della pensione flessibile con combinazione 62+20. In pratica, poche o nulle.