Nuova riforma delle pensioni 2025, cosa cambia per le pensioni anticipate 42,10? Nuova riforma delle pensioni 2025, cosa cambia per le pensioni anticipate 42,10?

Riforma delle pensioni 2025, in pensione un anno dopo? le ultime

Ecco le ultime dal tavolo della riforma delle pensioni, si perderà ancora un anno.

Dal tavolo della riforma delle pensioni escono fuori le solite argomentazioni di ogni anno. Infatti si parte sempre con le solite idee, le solite misure e i soliti obiettivi. Superare la riforma Fornero, migliorare le regole di uscita per i lavoratori, ma con un occhio di riguardo alle casse statali. E si inizia a parlare di queste misure prima dell’estate, per approfondire il tutto dopo le vacanze parlamentari e preparare il solito pacchetto pensioni della Legge di Bilancio. Sperando di essere contraddetti, la fine della storia del 2024 sarà, anche in questo caso la solita. Con i veti UE, i limiti di spesa, le problematiche di bilancio, la narrazione vuole che alla fine il pacchetto pensioni riserverà pochi interventi, speso a tamponare soltanto la situazione. Con il tutto che viene posticipato agli anni successivi. Ma quest’anno la situazione potrebbe essere ancora peggiore.

Riforma delle pensioni 2025, in pensione un anno dopo? le ultime

Nel 2024 con la Legge di Bilancio in vigore dal primo gennaio scorso, sono state confermate per un altro anno tutte le misure che dovevano scadere il 31 dicembre 2023. Quindi, opzione donna, l’Ape sociale e la quota 103. Ma tutte e tre hanno avuto dei ritocchi in peggioramento. Opzione donna ha perso un anno, passando da 60 a 61 anni come età minima di accesso. L’Ape sociale ha perso 5 mesi, con l’età minima salita da 63 a 63 anni e 5 mesi. La quota 103 invece è stata penalizzata come calcolo, passando al contributivo totale e limitando a 4 volte il trattamento minimo, l’importo massimo della prestazione fruibile (nel 2023 era 5 volte il trattamento minimo). Tutte e tre le misure scadono il 31 dicembre 2024 adesso. E per tutte e tre c’è da scommetterci, verranno proposte nuove proroghe al 2025, magari con altri ritocchi che non si sa ancora se saranno penalizzanti o meno. Le proroghe delle misure in scadenza non fanno altro che dare maggiore tempo all’esecutivo per approntare la vera riforma delle pensioni. Spostando il tutto a tavoli e trattative nel 2025. Tra l’altro il governo ha già detto che la riforma delle pensioni resta un obiettivo di fine legislatura e non immediato.

Pensioni e riforma, ecco il punto della situazione

Ciò che traspare come sempre, è l’elevata difficoltà che l’esecutivo incontra per il varo di questa riforma. Perché effettivamente le difficoltà sono oggettive e quindi anche sulle semplici proroghe delle misure prima citate, i dubbi restano. La quota 41 per tutti, anche con calcolo contributivo della prestazione è tutta da apparecchiare, e le possibilità che questa misura veda i natali sono sempre più basse. Anzi, si parla addirittura di passare da quota 103 a quota 104, con l’età di uscita che perde un anno. La riforma delle pensioni va nella direzione di portare ancora più distante la pensione anche con misure che oggi servono a poco come la quota 103. Che statisticamente nel 2024 è stata richiesta da meno persone rispetto al 2023 (quando il calcolo della prestazione era più favorevole). E molto di meno rispetto alla quota 100 che fu introdotta per il triennio 2019-2021. Quindi, per la riforma delle pensioni 2025, andare in pensione un anno dopo è un’ipotesi non del tutto campata in aria.