Pensione a 62 anni Pensione a 62 anni

Riforma delle pensioni a 62 anni con nuovi requisiti e nuovi calcoli

Il futuro delle pensioni a 62 anni, dalla quota 103 nel 2024 alle flessibili dopo.

Si potrà andare in pensione prima nel 2024 o negli anni futuri? la domanda delle domande è questa che parte dal una considerazione principale che fa riferimento alla riforma delle pensioni che il governo Meloni deve mettere a punto. Il limite del 2024, con la ormai imminente legge di Bilancio è stato superato, perché adesso l’obbiettivo dell’esecutivo per la riforma delle pensioni passa all’intero arco della legislatura. La pensione a 62 anni nel 2024 resterà quella possibile già oggi. Ma in futuro ecco una possibile novità, che abbassa drasticamente il numero di anni di contribuzione che servono per l’accesso ad una pensione così vantaggiosa come età.

Riforma delle pensioni a 62 anni con nuovi requisiti e nuovi calcoli ma non nel 2024, ecco perché e come

Andare in pensione nel 2024 a 62 anni di età sarà sicuramente possibile. Perché una misura che lo consente oggi, al posto di chiudere il suo funzionamento al 31 dicembre 2023, sarà rinnovata per un altro anno. Basta completare questa età anagrafica ed aggiungere la giusta età contributiva che è fissata a 41 anni. Di questi 35 anni di contributi devono essere effettivi da lavoro.

La pensione non è cumulabile con il lavoro se l’uscita è fatta con questa quota 103. Infatti solo il lavoro autonomo occasionale è ammesso durante gli anni di fruizione della quota 103 fino al compimento dei 67 anni di età. Pertanto è necessario cessare l’attività per poter andare in pensione con quota 103 e non lavorare più se non con lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.

Il futuro delle pensioni, i 62 anni restano il limite da cui partire per la riforma

Il futuro invece presenterà senza dubbio una misura che potrebbe partire dai 62 anni ma senza quel grosso vincolo dei 41 anni di versamenti necessari. Partire da misure flessibili e dai 62 anni sembra un obbiettivo concreto della futura riforma del sistema, magari fissando a 30 anni la carriera minima da completare e non partendo dai 20 anni che sono una soglia troppo bassa per consentire una pensione di importo dignitoso.

La nuova misura potrebbe essere basata sul calcolo contributivo per tutti, in misura tale da rendere l’uscita anticipata penalizzante e quindi di conseguenza flessibile. Senza penalizzazioni infatti la misura diventerebbe alternativa fissa alle normali pensioni di vecchiaia.