Anche dal Documento di Economia e Finanze (DEF) in materia di riforma delle pensioni c’è poco o nulla. Azzerate quindi le speranze di una riforma delle pensioni nel 2025? A dire il vero qualcosa bolle ancora in pentola. Infatti sono diverse le ipotesi che si fanno per il 2025, anche se il governo ha fissato entro la fine della legislatura l’eventuale varo di una vera riforma delle pensioni che permetta una volta per tutte di superare la rigida Legge Fornero. Al momento però gli scenari del 2025 portano a tre soluzioni e tre novità previdenziali che potrebbero fare capolino, insieme o solo alcune di esse.
Pensioni, ecco perché ormai la soglia dei 41 anni di contributi è quella più gettonata
Con 41 anni di contributi oggi escono dal lavoro solo i precoci che appartengono ad una delle seguenti 4 categorie e cioè:
- invalidi al 74% almeno;
- disoccupati che hanno terminato di prendere la NASPI da 3 mesi;
- caregivers che convivono da sei mesi almeno con un parente stretto disabile grave da assistere;
- addetti ai lavori gravosi o usuranti da 7 degli ultimi 10 anni o da 6 degli ultimi 7 anni.
nel 2025 potrebbe entrare in azione la quota 41 per tutti. Estensione quindi della quota 41 per i precoci. Basteranno 41 anni di contributi di cui 35 effettivi, senza più il vincolo dei 12 mesi di versamenti antecedenti i 19 anni di età e senza vincoli di appartenenza a quelle categorie prima citate. Però pare che l’intenzione del governo sia quella di varare la misura obbligando al ricalcolo contributivo della prestazione. In pratica, chi sceglierà, se mai dovesse davvero nascere, la quota 41 per tutti, dovrà subire il calcolo contributivo della prestazione, perdendo una parte del suo assegno.
Riforma delle pensioni, continuano le quote
Nel 2019 fu varata la Quota 100 che permetteva di andare in pensione a 62 anni di età con 38 anni di contributi. La misura durò 3 anni e cioè fino al 31 dicembre 2021. Nel 2022 fu varata la Quota 102, con durata 12 mesi dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022. Bastavano sempre 38 anni di contributi, ma con almeno 64 anni di età. Poi è stata la volta della Quota 103, nata nel 2023 e valida per 12 mesi fino al 31 dicembre di quell’anno. La pensione con la quota tornò ad essere fruibile dai 62 anni di età ma con 41 anni di contributi. Nel 2024 questa misura è stata prorogata, con alcuni cambiamenti, tra cui il ricalcolo contributivo della prestazione. In altri termini, età di uscita sempre a 62 anni, contributi sempre pari ad almeno 41 anni, ma pensione calcolata in maniera penalizzante. La misura scade il 31 dicembre 2024. Una ipotesi è quella della proroga tout court della misura, lasciandola attiva fino al 31 dicembre 2025. Ma probabilmente anche nel 2025 si cambierà. Perché pare che si pensa ad arrivare a quota 104. Portando l’età pensionabile a 63 anni sempre con i soliti 41 anni di contributi. E lasciando naturalmente il ricalcolo contributivo della prestazione.