Nuova riforma delle pensioni 2025, cosa cambia per le pensioni anticipate 42,10? Nuova riforma delle pensioni 2025, cosa cambia per le pensioni anticipate 42,10?

Riforma delle pensioni con uscite flessibili dai 62 anni e uscite certe a 65

Flessibilità a 62 anni, uscite fisse a 65, ecco una via alternativa per la riforma delle pensioni.

Il sistema pensionistico italiano va riformato. E deve essere dotato di misure di pensionamento flessibili. Pare che l’obiettivo del governo sia proprio questo. Potrebbe anche essere il caso di copiare il meccanismo di pensionamento di alcuni Stati della UE. Le misure di cui si parla, vanno dalla quota 41 per tutti alla flessibilità a 62 anni. Ma prendendo quanto di buono c’è nei sistemi pensionistici di altri Stati, ecco che potrebbe essere il caso di produrre una riforma delle pensioni con uscite flessibili dai 62 anni e uscite certe a 65.

Riforma delle pensioni con uscite flessibili dai 62 anni e uscite certe a 65

Importare qualche buon meccanismo di altri Stati, non dovrebbe essere difficile. E così una riforma delle pensioni con uscite flessibili dai 62 anni e uscite certe a 65 potrebbe trovare i natali traendo spunto dal sistema francese. In Francia l’età pensionabile è di 62 anni ma solo a condizione di aver raggiunto la contribuzione minima (ma in Francia il meccanismo funziona a trimestri). Senza aver raggiunto la contribuzione minima, l’uscita si sposta a 65, 66 o 67 anni in base all’anno di nascita e con l’applicazione dell’aliquota massima che prescinde dal numero di trimestri di contribuzione.

Perché così è fattibile la riforma?

Riforma delle pensioni 2024 dopo la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanze del Governo.

Una pensione a 62 anni, flessibile, è ciò che da tempo anche i sindacati chiedono. E potrebbe vedere i natali con alcune penalizzazioni. E magari impostando un limite di contributi minimo da raggiungere per le uscite a 62 anni. Per esempio, potrebbe essere il caso di concedere la pensione a partire dal raggiungimento della combinazione 62+30, dove 30 sono gli anni di contributi minimi da completare e 62 è l’età a partire dalla quale l’uscita è ammessa. Chi esce lo stesso a 62 anni, ma con meno di 30 anni di contributi, dovrebbe subire dei tagli di assegno. Alla base della flessibilità infatti ci dovrebbero essere delle penalizzazioni, altrimenti una uscita a 62 anni neutra da tagli diventerebbe opzione unica per i lavoratori.