Nulla di straordinariamente nuovo è stato introdotto con la legge di Bilancio del 2023. Parliamo naturalmente di pensioni. Il pacchetto previdenziale nel testo definitivo della manovra non ha fatto altro che prorogare due misure che sarebbero dovute terminare il 31 gennaio 2022, e parliamo dell’Ape sociale e di opzione donna. Quest’ultima non senza modifiche che sono state duramente criticate da tutti. E poi è stato deciso di sostituire una misura cessata, cioè la quota 102, con una nuova, ovvero con la quota 103. L’obiettivo finale del governo però è quello di cancellare una volta per sempre la riforma Fornero. E ciò che è stato fatto adesso pone le basi a questa cancellazione.
La riforma delle pensioni con uno sguardo verso il superamento della riforma Fornero
Con la quota 103 rispetto alla quota 102 è cambiato molto. Variazioni sopraggiunte sia sui requisiti anagrafici che per quelli contributivi. Dai 38 anni della pensione con quota 102 si è passati ai 41 anni della pensione con quota 103. Parliamo naturalmente dei contributi versati, perché per quanto concerne l’età anagrafica, dai 64 anni della quota 102 si è passati ai 62 anni della quota 103. Il fatto che sia entrata in azione una misura che prevede 41 anni come soglia contributiva, è importante per un aspetto. Infatti si tratta di quella soglia contributiva che secondo molti dovrebbe essere quella capace di sostituire una volta per tutte le pensioni anticipate ordinarie in regime Fornero. Significa che sarebbero superati i 42 anni e 10 mesi di contributi che servono oggi per le pensioni anticipate ordinarie. Una cosa che solo con l’ingresso di una quota 41 per tutti, verrebbe centrata, con il requisito contributivo accorciato di quasi due anni.
La quota 41 per tutti una specie di panacea?
Riforma delle pensioni e addio alla legge Fornero, questo l’obbiettivo del governo e forse questa la speranza di tutti. Individuata come il primo passo per superare la riforma Fornero proprio la quota 41 senza limiti di età e senza vincoli di platea. Di cosa si tratta davvero? Quota 41, che è stata individuata come misura anti Fornero in pratica, è una misura che finirebbe con l’abbassare drasticamente la soglia contributiva. Parliamo utile alle pensioni anticipate ordinarie. E non avrebbe i vincoli che per esempio ha la quota 41 per i precoci di oggi. La misura infatti è destinata solo a chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età e rientra in qualche particolare categoria. Impostare una nuova misura senza vincoli riuscirebbe a detonare in parte gli incrementi dei requisiti previdenziali introdotti dal 2011 con l’ingresso della famigerata riforma del governo Monti Fornero.
Quota 41 nel 2024? ecco come
Sicuramente solo la nuova quota 41 per tutti non basterebbe, perché dovrebbe essere ridotto anche il requisiti anagrafico delle pensioni di vecchiaia ordinarie. Su questo il discorso è più complicato da fare perché si tratta di un vincolo che anche la UE considera idoneo in un sistema previdenziale basato sul sistema contributivo. È anche vero però che permettere uscite flessibili ai lavoratori, soprattutto se le pensioni sono basate sui contributi versati, non sarebbe un errore per molti esperti e tecnici. Magari aprendo alla possibilità di pensionamento per tutti i lavoratori a partire dai 64 anni di età, ma riducendolo da 2,8 volte ad 1,5 volte rispetto alla pensione sociale, l’importo minimo della pensione. Riforma delle pensioni e addio alla legge Fornero quindi per il 2024. Ipotesi che diventa meno difficile da realizzare.