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Riforma delle pensioni in arrivo? per i nati fino al 1962 nuove opportunità

Perché la nuova riforma delle pensioni guarda soprattutto ai nati nel 1962? ecco i motivi e le nuove possibilità.

Si torna a parlare con insistenza di pensioni e di riforma delle pensioni. Perché il fatto che il sistema pensionistico italiano va riformato non è un segreto. Troppo alto il rischio che dal 2024 torni a pieno regime la riforma Fornero e spariscano alcune delle misure che oggi hanno detonato in parte i duri requisiti previsti da quella famigerata legge. Ma se da una parte sarebbe auspicabile anche solo una proroga delle misure in scadenza a fine anno, dall’altra servirebbero misure del tutto nuove. Che aprirebbero le porte anche ai nati nel 1962 per esempio. Riforma delle pensioni in arrivo? per i nati fino al 1962 nuove opportunità e non solo da proroghe delle misure che scadono a fine anno come la quota 103.

Riforma delle pensioni in arrivo? per i nati fino al 1962 nuove opportunità

Perché parliamo dei nati nel 1962? perché si tratta di soggetti che nel 2024 compiranno 62 anni di età. E sono coloro i quali rischiano di perdere una possibilità di pensionamento che i nati nel 1961 quest’anno hanno avuto. La quota 103 infatti ha permesso (e lo farà fino al 31 dicembre 2023), il pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Se la misura venisse prorogata per il 2024 ed oltre la scadenza del 31 dicembre 2023, ecco che anche per i nati nel 1962 la pensione sarebbe fattibile. Ma probabilmente c’è chi aspetta altro. Come per esempio una misura distaccata dai limiti di età come lo sarebbe la quota 41 per tutti. Oppure una misura flessibile che parta sempre dai 62 anni, ma senza dover necessariamente arrivare a 41 anni di contributi.

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Con la quota 41 per tutti, l’età non conterebbe e quindi anche quanti non raggiungono i 62 anni di età potrebbero lo stesso lasciare il lavoro una volta arrivati a 41 anni di versamenti. Ma una carriera così lunga non è da tutti. Per questo anche la flessibilità pensionistica sempre dai 62 anni di età potrebbe essere una soluzione ancora migliore. Perché consentirebbe a tutti i lavoratori una volta raggiunto il doppio requisito dei 62 anni di età e dei 20 anni di contributi, di poter andare in pensione comunque. A loro scelta e quindi, anche a costo di rimetterci qualcosa. Perché di natura, uscire a 62 anni non è come farlo a 63, 64 o oltre. Meno anni di contributi versati e coefficienti di trasformazione penalizzanti in maniera inversamente proporzionale all’età di uscita, sono limiti e deterrenti alla facoltà di anticipare la quiescenza. Senza considerare poi che una misura di questo genere potrebbe nascere con obbligo di ricalcolo contributivo (ancora maggiore penalizzazione) o con un taglio lineare tra il 2 ed il 3% per ogni anno di anticipo dell’uscita, rispetto ai 67 anni.