Riscattare gli anni di studio effettivo sembra essere una delle proposte messe sul campo per la nuova riforma pensioni. Ma cosa comporta? Sul tavolo della riforma pensioni 2024 le proposte non mancano. In primo luogo si vuol puntare ad agevolare le donne e a tal proposito si pensa di applicare uno sconto alle lavoratrici con figli di 4 mesi per ogni figlio. Come attualmente prevede la Legge Dini per le lavoratrici che ricadono nel sistema interamente contributivo per la pensione di vecchiaia. Ma l’idea è quella di allargare a tutte le lavoratrici il beneficio e ampliarlo a tutte le misure.
Riforma pensioni 2024, che interventi?
Altra proposta sul tavolo, a cui il governo non sembra essersi opposto, è l’eliminazione del vincolo dell’importo sulla pensione di vecchiaia contributiva a 67 anni. Per ora chi ha contributi versati solo nel sistema contributivo e vuole accedere alla pensione di vecchiaia deve rispettare tre requisiti. I 67 anni di età ed i 20 anni di contributi come la generalità dei lavoratori. In più il requisito dell’importo che non deve essere inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale Inps.
Eliminando questo requisito, infatti, si permetterebbe l’accesso alla pensione di vecchiaia ad una platea più ampia di persone. Si sta pensando anche ad una pensione di garanzia per i giovani. In questo modo si pensa di garantire anche a chi ha carriere discontinue, una pensione di un importo minimo garantito. E si sta pensando a 600 euro di minimo.
Il riscatto senza Laurea
La misura che sembra destare, almeno in noi, più stupore è quella che propone un riscatto agevolato degli anni di studio. Anche per chi la Laurea non l’ha effettivamente conseguita.
Sembra essere una misura discriminante, visto che permette di pagare la pensione anticipata riscattando periodi per i quali, magari, si è stati iscritti all’Università senza, però ottenere la Laurea. A nostro avviso potrebbe essere una discriminazione nei confronti di chi, pur non essendosi iscritto all’università, non ha trovato lavoro subito. Ed in quel caso il riscatto del periodo che intercorre tra il diploma ed il primo lavoro non è contemplato. Meglio sarebbe a questo punto permettere di riscattare qualsiasi periodo privo di contribuzione a chiunque, valorizzando diversamente quello di studio che ha portato all’ottenimento della Laurea. O prevedendo per quest’ultimo uno sconto. Ma permettere il riscatto agevolato anche a chi, magari, è rimasto 10 anni fuori corso senza ottenere un titolo di studio sembra essere una proposta assurda.