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Riforma disabilità, cosa cambia per gli invalidi dal 1° gennaio 2025?

Parte dal 1° gennaio 2025 la riforma della disabilità.La sperimentazione coinvolge solo 9 province, vediamo quali sono.

La riforma della disabilità prenderà il via a partire dal 1° gennaio 2025, quando in alcune province italiane inizierà una fase di sperimentazione delle nuove procedure per il riconoscimento della disabilità.

Queste novità fanno parte della riforma della disabilità introdotta dalla legge n. 227 del 22 dicembre 2021. L’obiettivo di questa riforma è semplificare le procedure per l’accertamento dell’invalidità civile, che diventeranno operative in tutto il Paese solo a partire dal 2026.

Riforma della disabilità in 9 province

Nelle 9 province italiane che parteciperanno alla sperimentazione, sono in corso corsi di formazione per gli enti coinvolti, come INPS, ASL e i comuni. Questi corsi mirano a far conoscere le nuove procedure e il “Progetto di vita”, un aspetto centrale della riforma che aiuterà a superare le divisioni tra i vari settori (sanitario, sociale e socio-sanitario) che oggi complicano la vita delle persone con disabilità.

Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste sono le nove province, concordate con il Ministero della Salute e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in cui partirà, fra poco meno di due settimane la sperimentazione della riforma della disabilità

Il 27 novembre 2023 si è tenuto un convegno a Perugia per spiegare le novità introdotte dalla riforma. Hanno partecipato diversi esperti, tra cui il Presidente dell’INPS Gabriele Fava e la Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli.

Novità della riforma

L’obiettivo principale della riforma è semplificare i procedimenti per ottenere il riconoscimento della disabilità. Verranno eliminati alcuni passaggi burocratici, come le visite di “rivedibilità” (esami periodici) per molte patologie, lasciando l’obbligo solo per alcune malattie specifiche.

La riforma mette al centro la persona con disabilità, cercando di organizzare le risposte istituzionali in modo più coordinato e meno frammentato. Questo aiuterà a ridurre la burocrazia e a garantire che la persona abbia un supporto completo e continuo.

Verranno utilizzati strumenti internazionali, come il questionario WHODAS, per valutare le difficoltà e le capacità della persona, non solo le patologie. Questo approccio più “globale” aiuterà a capire meglio le reali necessità degli invalidi.

Da gennaio 2026, un unico certificato sostituirà tutti i verbali precedenti, come quelli per l’invalidità civile, la legge 104, la sordità e la cecità. Saranno introdotti quattro livelli di sostegno, da lieve a molto elevato, per meglio rispondere alle esigenze delle persone invalide.

La riforma cambia il modo di valutare la disabilità, passando da un approccio che considera solo le malattie a uno che tiene conto delle capacità di partecipare alla vita sociale, lavorativa e relazionale. Questo approccio si basa su due sistemi internazionali: l’ICD (per le malattie) e l’ICF (per la funzionalità).

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