Nonostante la situazione politica non sia delle migliori, continuano i lavori parlamentari della riforma fiscale, in attesa che Mario Draghi proponga i nomi per il suo governo.
Molte le questioni sul tavolo dalla riforma delle aliquota alle critiche sui bonus fiscali. Ma si torna anche a parlare di regime forfetario che secondo la commissione con l’ampliamento a 65mila euro si scollega dall’idea di imprenditoria marginale.
Il regime forfetario a rischio
“Tale regime […] non si configura come un’agevolazione a soggetti con attività professionale o di impresa marginale e non strutturata, ma come una vera e propria detassazione che riguarda il 60% dei lavoratori autonomi e imprenditori individuali e questo crea iniquità”. Si afferma.
LA soluzione, quindi, quale potrebbe essere? Si torna a parlare di una introduzione dell’IRI, ovvero l’Imposta sul Reddito di Impresa, mai nata che dovrebbe estendere anche a tutti gli autonomi l’IRES con il meccanismo duale che tassa prima il reddito di impresa prodotto con una aliquota costante e, dopo, l’ammontare percepito con aliquota progressiva.
In questo modo, si pensa, si potrebbero andare a risolvere le storture provocate dall’utilizzo di società di capitali come ditte individuali.
In questo modo, però, si vanificherebbe il soddisfacimento di quell’esigenza che ha portato al successo il regime forfetario, ovvero non la sua convenienza ma quando il fatto che di essere scaricati dal carico burocratico che solitamente affligge l’impresa.
E la presunta convenienza del regime forfetario? Ricordiamo che chi sceglie questo regime rinuncia a portare in detrazione qualsiasi spesa, da quelle sostenute a quelle personali come le detrazioni per i figli a carico, le detrazioni per le spese sanitarie sostenute ecc…) per poter pagare l’aliquota agevolata del 15% su una percentuale della base imponibile. Ma la diminuzione della base imponibile, molto spesso, non è sufficiente a coprire i costi sostenute ed ecco, quindi, che il regime forfetario non risulta essere così conveniente come si pensa.
L’unica deduzione consentita è quella relativa al versamento dei contributi previdenziali ma si deve dire addio ad una serie di detrazioni e anche allo no tax area. Per i redditi più bassi, quindi, il regime forfetario non è poi così conveniente rispetto al regime ordinario ma viene scelto soprattutto per la leggerezza della burocrazia che prevede.