La riforma pensioni 2024 sta entrando nel suo vivo. I tavoli di incontri tra Governo e parti sociali sono ripresi e l’obiettivo comune sembra essere il superamento della Legge Fonero.
Il problema principale, memori di cosa è accaduto con l’introduzione della stessa nel 2012, è quello di voler evitare scaloni e scossoni ai lavoratori. E quindi si parla di una riforma graduale che consenta un superamento quasi indolore dell’attuale legge previdenziale.
Si è parlato di tutelare i giovani e le donne, si è parlato del ricambio generazionale e della staffetta, di potenziare la previdenza integrativa. Ma finora nessuna parola è stata spesa per titolari di Legge 104 e caregiver.
Riforma pensioni e Legge 104
Ovviamente le intenzioni del Governo sono quelle di tutelare le fasce più fragili dei lavoratori. E chi dovrebbe rientrarci più dei titolari di Legge 104? Disabili e portatori di handicap dovrebbero avere a prescindere uscite agevolate dal mondo del lavoro.
Ed in tal senso si potrebbe pensare ad una Ape sociale resa strutturale proprio per queste categorie di lavoratori. A 63 anni e con 30 anni di contributi in pensione, per sempre, gli invalidi con percentuale superiore al 74% e i caregiver che assistono un familiare con handicap grave.
Sicuramente sarebbe una spesa per le casse dello Stato, ma meglio favorire chi ne ha davvero bisogno piuttosto che regalare l’uscita anticipata a 62 anni come ha fatto, dal 2019 al 2021 la quota 100 indistintamente.
Gli anticipi per la Legge 104
C’è da dire che attualmente chi è titolare di Legge 104 o è caregiver può contare anche sulla quota 41 precoci. Ma la misura, diciamolo chiaramente, è troppo restrittiva visto che consente l’uscita solo a chi ha lavorato almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni. E comunque richiede 41 anni di contributi che difficilmente raggiunge chi è portatore di handicap grave.
Esiste anche la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi ma anche questa misura è troppo restrittiva. Pur concedendo la pensione di vecchiaia agli invalidi, con o senza Legge 104, con parecchi anni di anticipo, permette l’accesso solo ai lavoratori del settore privato. E ne restano esclusi gli invalidi del settore privato e i lavoratori autonomi.
Ci vorrebbe una misura mirata
Proprio per i titolari di Legge 104, che sono probabilmente la categoria più fragile dei lavoratori, servirebbe una misura mirata che permettesse l’uscita senza vincoli, paletti e penalizzazioni non solo con diversi anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia, ma che chiedesse anche un certo numero di contributi in meno rispetto a quella anticipata.
Vedremo nei prossimi mesi quali sono le intenzioni del Governo nei confronti di queste categorie di lavoratori, e non solo dei beneficiari di Legge 104, ma anche di chi li assiste. Perché i soli permessi mensili o il solo congedo straordinario di 2 anni, sicuramente non sono sufficienti a garantire un’assistenza continuativa a chi non è autosufficiente.