Si attende una svolta nei tavoli di confronto per l’attuazione di una riforma pensioni. La scadenza della quota 103 il 31 dicembre 2023, infatti, crea non pochi problemi a chi, non riuscendosi a pensionare entro la fine di quest’ anno dovrebbe attendere 5 anni in più per lasciare il mondo del lavoro.
Rirofma pensioni
Non solo… ad oggi quello che preoccupa maggiormente sono i disoccupati e quelli che potrebbero diventarlo a causa della crisi economica. Si profila, quindi, la possibilità che molti ex lavoratori si trasformino in nuovi esodati senza più un lavoro e che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata.
E’ tempo, allora, di rimettere mano alla riforma previdenziale distinguendo, però, da quelle che sono ipotesi non realizzabili da quelle che potrebbero essere prese in considerazione.
Come è risaputo per Matteo Salvini uno dei cavalli di battaglia rimane la quota 41 per tutti, da sempre annunciata come una misura che avrebbe potuto prendere il posto della quota 100 alla sua scadenza e non realizzata nel 2019 proprio per mancanza di coperture finanziarie.
In effetti la quota 41 per tutti, senza paletti e senza vincoli potrebbe essere una delle possibili eredi della quota 103, magari con qualche correzione e aggiustamento. E sembra essere proprio questa la strada che vuole percorrere il governo per la riforma pensioni 2024 anche se una Quota 41 secca non sarà realizzabile da subito senza vincoli di età.
E occorreranno altre misure ponte, come la quota 103 di quest’anno sempre con un occhio puntato sulle coperture, visto che si tratta di una misura che appare essere molto costosa.