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Riforma pensioni 2024: l’opzione lavoratore malato non viene in mente a nessuno?

Non solo donne, usuranti e gravosi, la riforma pensioni 2024 deve tenere conto anche dei lavoratori malati.

Molto spesso i lavoratori, che sono i destinatari di qualsiasi tipo di riforma pensioni si andrà a fare, si sentono solo spettatori. Ed in effetti nessuno li interpella su quelli che potrebbero essere i loro bisogni in una riforma pensioni 2024.

Proprio per questo abbiamo deciso di dare voce ai nostri lettori per far comprendere, se non all’esecutivo, almeno a chi ci legge, quelle che sono le reali esigenze di chi lavora ed in pensione deve andarci.

L’opzione lavoratore malato

Un nostro lettore ci scrive per denunciare quella che a suo avviso (e anche a nostro) è una grave discriminazione:

Spettabile redazione,

Scrivo per denunciare la pesantissima discriminazione di cui sono vittima in quanto lavoratore uomo e malato da decenni di una invalidante patologia autoimmune che mi ha reso invalido civile al 60% e mi ha già iniziato a rovinare la retina di entrambi gli occhi. Infatti un recentissimo decreto del governo permette alle lavoratrici sane, anche se non sono povere con figli, – dunque solo per il loro sesso – di potere ottenere la pensione a 59 anni d’età con soli 35 anni di contributi lavorativi. Io ho appunto 59 anni compiuti e ben 40 di contributi lavorativi, ma nonostante la mia terribile malattia sono dalla legge italiana condannato senza pietà a lavorare – anche al prezzo di conseguenze devastanti irreversibili sulla mia salute – per 43 anni se non vorrò rimanere senza un centesimo di reddito fino ai 67 anni d’età. E tutto questo semplicemente e unicamente perché sono nato di sesso maschile invece che femminile. Alla faccia della parità, dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, oltre che del diritto costituzionale alla salute e alla prevenzione! I fatti parlano da sé: non c’è bisogno di aggiungere altro.

Invitiamo chiunque abbia da dire la sua sulla riforma pensioni 2024 a scriverci a info@pensioniefisco.it, cercheremo di dare voce a tutti.