Sicuramente questo è il periodo più caldo della riforma delle pensioni. Quello in cui oltre ad attendere le decisioni del Governo, i lavoratori ci tengono anche a dire la propria opinione. Perché alla fine la pensione è un argomento che li tocca da vicino.
E proprio per questo abbiamo raccolto qualche pensiero di lettori che ci hanno scritto per dire la propria sulle pensioni.
Riforma pensioni, 41 anni bastano
Un lettore ci scrive: Salve!! ho letto il vostro articolo sulle pensioni. E vorrei dire la mia. io sono uno di quei pochi che ho iniziato a lavorare da giovanissimo. All’età di 16/17 circa. Ho iniziato la mia carriera lavorativa. Oggi vanto di avere 40 anni di contributi. Ma la legge Fornero mi impone che devo aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi e non solo. Perché si devono aggiungere altri 3 mesi di finestra prima di poter raggiungere la pensione anticipata. Secondo me già 41 anni sarebbero di gran lunga sufficienti per andare in pensione liberamente e senza nessuna penalizzazione.
I 3 mesi di finestra, in effetti, hanno solo mascherato un aumento dell’età pensionabile che non c’è stato. Per la pensione anticipata, infatti, nel 2019 fu introdotto lo stop all’adeguamento ma, allo stesso tempo fu prevista anche la finestra di 3 mesi che, a conti fatti, ha portato il pensionamento 3 mesi più tardi. Proprio come se l’adeguamento ci fosse stato.
Con un’unica differenza: i lavoratori possono scegliere di non lavorare quegli ultimi 3 mesi ed attendere la pensione senza stipendio e senza pensione. Ma diciamoci la verità, in pochi possono permetterselo.
Le donne pagano gli errori del passato
Una lettrice, invece, ci scrive: Sono una donna che ha avuto tre figli ho sempre lavorato anche quando studiavo fin dai 14 anni ( la sera ,o durante i tre mesi estivi), ovviamente non mi sono trovata contributi versati ( solo 14 giorni) .
L’uscita con 41 anni dal lavoro per me è un punto saldo sul quale faccio conto, sia per motivi di salute, ma anche perché. Penso che dopo 41 anni di lavoro indipendente dall’età sia giusto che il lavoratore possa sceglie di lasciare il lavoro senza penalizzazioni , se invece qualcuno è in salute e ha voglia di restare che gli sia data la possibilità di farlo.
È da tener presente che l’opzione donna è molto penalizzante e per noi donne che nella nostra vita ( almeno nella mia ) abbiamo lavorato tanto sia fuori casa, che in casa ….. e nella crescita dei figli senza aiuti di nonne…. è stata ed è veramente dura.
Avrebbero dovuto garantire almeno un anno di anticipo della data di pensionamento per le donne ,per ogni figlio , ma a quanto pare dobbiamo pagare gli scotti di errori fatti decenni fa.
Qualcosa in tal senso si sta muovendo visto che il Governo ha messo sul tavolo lo sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto. Non è tantissimo, certamente, ma sicuramente già è un passo avanti per le donne che lavorano e potrebbero accedere alla pensione con un pochino di anticipo.
Per capire come evolveranno le cose, però bisognerà attendere l’estate e vedere quali decisioni prenderà il Governo.
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