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Riforma pensioni 2024: tutti a 59 anni, qualcuno a 58 e si inizia dalle donne, le ultime ipotesi

Riforma pensioni 2024: tutti a 59 anni, qualcuno a 58 e si inizia dalle donne, le ultime ipotesi

Partendo dalle donne, con modifiche ad Opzione donna, ecco che emerge una nuova possibilità che se estesa alla generalità dei lavoratori, potrebbe riformare davvero le pensioni. Opzione donna, al netto delle problematiche dei conti pubblici, potrebbe davvero essere rivista. Le polemiche sul collegamento della misura ai figli avuti, o alla riduzione della platea delle beneficiarie, ha portato ad una specie di autoanalisi da parte del governo. Un passo indietro per Opzione donna non è una cosa da non considerare. In effetti si parla tanto di cancellare tutte quelle cose che poco piacciono della nuova versione della misura. Tornare a 58 anni però non è una cosa facile. Ed ecco che si punterebbe ai 59 anni di età. Ma se questa nuova via per lo scivolo contributivo per le donne venisse estesa anche agli uomini? Ecco il punto della situazione.

Riforma pensioni 2024 e l’età a 59 anni con il contributivo?

Prima di approfondire il campo delle novità delle ultime ipotesi, meglio tornare a capire Opzione donna 2023 come è nata. Fino all’anno scorso, Opzione donna funzionava in maniera semplice. Tutte le lavoratrici che entro l’anno precedente avevano completato i 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) ed i 35 anni di contributi, potevano andare in pensione accettando il ricalcolo contributivo della prestazione. Nel 2023 invece, molti cambiamenti. Le lavoratrici, a prescindere dal lavoro svolto, ma solo se caregivers, invalide, disoccupate o alle prese con crisi aziendali, possono andare in pensione se entro il 31 dicembre 2022 hanno completato 60 anni di età e 35 anni di contributi. Solo disoccupate o assunte in aziende con tavoli di crisi aperti, possono godere del vantaggio di poter uscire avendo completato 58 anni entro il 31 dicembre 2022, sempre con i soliti 35 anni di contributi. Stesso vantaggio per le lavoratrici con due o più figli avuti. Per chi invece ha avuto solo un figlio, uscita con 59 anni di età all’anno precedente. Limiti di platea evidenti.

L’estensione dello scivolo per tutti?

Eliminare il parametro dei figli, considerato discriminante. Concedere vantaggi in termini di uscita dal lavoro a caregivers, invalide, disoccupate o assunte in aziende in crisi ma senza limitare la misura solo a queste persone. Sono i due punti di intervento che fanno capolino nelle ultime ipotesi. Ed in effetti, si potrebbe arrivare a Opzione donna per tutte a 59 anni di età, senza distinzioni di platea. A 58 anni invece, solo le 4 categorie prima citate. In ogni caso, pensione calcolata sempre con il penalizzante sistema contributivo. E se la misura, come già si pensa, venisse estesa ben oltre le donne? Significherebbe concedere alla generalità dei lavoratori la facoltà di uscire a 59 anni di età con 35 anni di contributi versati entro l’anno precedente. Con pensione penalizzata dal calcolo, ma con un vantaggio eloquente in termini di pensionamento. Senza considerare che i soggetti con problematiche di invalidità o di invalidi a carico, oppure disoccupati o con problemi di lavoro nelle aziende, potrebbero uscire tutti a 58 anni. Misura flessibile al 100%, con la scelta lasciata completamente al lavoratore. Il futuro delle pensioni è questo?