Pensioni a 64,2 anni di età oggi, ma dal 2025 l’età sale, ecco come Pensioni a 64,2 anni di età oggi, ma dal 2025 l’età sale, ecco come

Riforma pensioni 2025, ecco le 3 cose che accadranno alle pensioni anticipate

Addio misure a quota, dentro una versione light della tanto discussa quota 41 per tutti e ratei di pensione sempre più lontani. Se gli scenari della futura riforma delle pensioni sono questi, non c’è da stare allegri. Eppure sono proprio questi i tre punti salienti delle ipotesi che si fanno riguardo alla riforma delle pensioni. Sulla riforma delle pensioni 2025, ecco le 3 cose che faranno capolino in base alle ultime indiscrezioni. Anche se bisogna aspettare i futuri incontri tra governo e sindacati, con questi ultimi che sicuramente faranno muro di fronte ad un evidente peggioramento delle regole di pensionamento attuali.

Riforma pensioni 2025, ecco le 3 cose che accadranno alle pensioni anticipate

Partiamo dal cavallo di battaglia di Matteo Salvini e della Lega. Parliamo naturalmente della quota 41 per tutti. Iniziamo dalla versione originale. Perché per quota 41 per tutti si intende una misura che permette a chiunque abbia 41 anni di contributi di andare in pensione senza limiti di età. Chiunque perché possono sfruttarla uomini e donne, lavoratori autonomi e lavoratori subordinati, lavoratori del settore privato e lavoratori del settore pubblico. A conti fatti, una nuova pensione anticipata, del tutto sostitutiva di quella attuale che ha i limiti fissati a 41,10 anni di versamenti per le donne e 42,10 anni di versamenti per gli uomini.

La quota 41 per tutti light, tagliata e penalizzante


La misura però è praticamente impossibile che nasca così. Perché costa troppo per le casse dello Stato. E anticipare la pensione limando i pesanti requisiti della Legge Fornero non è una cosa che piace alla UE. Pertanto, ecco arrivare la soluzione della quota 41 light. Una versione che avrebbe due differenze nette rispetto alla versione originale che citavamo prima. Infatti non potrebbero sfruttarla quanti non vantano almeno un anno di versamenti prima dei 19 anni di età. ma soprattutto, prevede un calcolo penalizzante della pensione, tagliato secondo i sindacati tra il 15% ed il 30% in base a quanti anni di contributi il diretto interessato ha prima del 1996 (se meno di 18 anni o più di 18 anni).

Addio alle misure per quotisti

Con il varo della quota 41 per tutti, anche se in versione light, finirà l’era delle pensioni per quota nate nel 2019 con la quota 100 e arrivate al 2024 con la quota 103. In effetti spariranno le misure che permettevano il pensionamento sommando età e contributi. Basta con quota 103 con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Non la migliore delle misure questa, e quindi poca nostalgia darà. Perché anche i risultati lo dimostrano visto che soprattutto dopo il passaggio al contributivo della misura, nel 2024 ha visto davvero pochi accessi da parte dei lavoratori. Anche se avevano maturato i requisiti.

Ecco le altre novità che a pochi piacciono

Ma se quota 41 per tutti rischia di nascere deludendo quanti l’aspettavano con ansia, e se i pochi che avevano visto in quota 103 una soluzione dovranno rinunciarvi, la notizia per certi versi peggiore riguarda un drastico inasprimento delle pensioni di anzianità, anche se è meglio chiamarle pensioni anticipate ordinarie dal momento che la riforma Fornero le introdusse in sostituzione della pensione di anzianità. Anche se non diranno mai che si inasprisce la pensione anticipata ordinaria, il risultato sarà proprio quello di un sostanziale inasprimento dei requisiti.

Finestre più lunghe, ecco come cambiano le pensioni anticipate

Perché pare che si stia per valutare un inasprimento delle finestre per la decorrenza del trattamento. In parole povere, mentre oggi chi va in pensione con le anticipate ordinarie deve attendere tre mesi di finestra per ricevere la sua prima pensione, nel prossimo futuro potrebbero volerci 6 o addirittura 7 mesi. Allontanando di fatto la vera pensione dai lavoratori, anche se continueranno a sostenere che la pensione anticipata si centra con 42,10 anni di versamenti per gli uomini o 41,10 per le donne.