Le pensioni, soprattutto quelle anticipate diventeranno contributive. I requisiti per le pensioni si inasprirono ancora. Anche la quota 41 per tutti sarà penalizzante come importi. Sono queste le cose che costantemente si dicono per quanto riguarda la riforma pensioni 2025. Un provvedimento che non è ancora pronto, che è tutto da apparecchiare ma che fa venire già il dubbio che forse restare con la riforma Fornero sarebbe più favorevole. Ma a prescindere dal varo della riforma pensioni 2025, i requisiti di accesso a determinate misure pensionistiche diventeranno più duri da completare. Una cosa che per i contributivi puri può essere considerata certa a prescindere dalla riforma pensioni 2025.
Riforma pensioni 2025, più difficile andare a riposo a 64 o 67 anni, perché?
Il contributivo puro è colui che ha iniziato a versare contributi dopo il 1995. In pratica, sono contributivi quelli che hanno la loro iscrizione successiva all’entrata in vigore della Riforma Dini del 1996. Fino allo scorso anno e fino alla legge di Bilancio 2024 del governo Meloni, per i contributivi puri la pensione di vecchiaia a 67 anni si centrava come per tutti gli altri, a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Ma ad una condizione aggiuntiva rispetto al doppio vincolo anagrafico e retributivo. Parliamo dell’importo soglia della prestazione che non doveva essere inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale.
Praticamente, un nuovo iscritto per andare in pensione a 67 anni doveva raggiungere una pensione pari a 503,27 euro (importo dell’assegno sociale 2023) moltiplicato per 1,5. In pratica, una pensione non inferiore a 754,91 euro al mese. Un limite cancellato nel 2024 dalla manovra di Bilancio. Oggi infatti basta raggiungere una pensione quanto meno pari all’assegno sociale, che nel frattempo è salito a 534,41 euro al mese. Quindi, i contributivi nel 2024 in pensione a 67 anni ci vanno solo se la pensione è pari o superiore a 534,41 euro al mese. Prescinde dalla riforma pensioni 2025 il nuovo innalzamento dell’assegno sociale. Che per via dell’indicizzazione al tasso di inflazione, salirà anche l’anno venturo.
Pensioni anticipate più difficili nel 2025
Quindi, la pensione di vecchiaia dovrà avere un importo più elevato di 534,41 euro per consentire ad un contributivo puro di andare in pensione nel 2025. Altrimenti poi bisognerà passare ai 71 anni. E per le stesse ragioni anche la pensione anticipata contributiva avrà limiti più alti. Parliamo della misura che permette di andare in pensione ai nuovi iscritti a 64 anni di età sempre con 20 anni di contributi. Anche senza una riforma pensioni 2025 degna di questo nome, il canale di uscita agevolato per i contributivi puri sarà più arduo. Perché oggi in pensione ci va chi ha raggiunto un trattamento pari a 3 volte l’assegno sociale, cioè 1.603 euro al mese circa. Per le donne basta arrivare a 2,6 o 2,8 volte l’assegno sociale, rispettivamente per quelle che hanno avuto più figli o un solo figlio. Ripetiamo, l’assegno sociale dovrebbe salire nel 2025. E quindi una pensione pari a 3 volte l’assegno sociale sarà senza dubbio più alta rispettivamente di 1.603,23 euro al mese, come lo sarà per le lavoratrici che possono godere dei vantaggi prima descritti.