Quando si parla di riforma pensioni si è portati sempre a pensare che si vada a superare la Legge Fornero. Negli ultimi 12 anni, però, nessuna riforma è riuscita a mandare “in pensione” la Legge Fornero. E forse è meglio così.
Sostituire integralmente l’attuale legge previdenziale, infatti, vorrebbe dire attuarne una peggiore: non è possibile migliorare le condizioni di pensionamento che ci sono attualmente, non con i conti pubblici che abbiamo e non con il sistema previdenziale che minaccia di implodere.
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Chi lavora paga l’assegno di chi è in pensione
Dimentichiamoci che l’Inps, mese dopo mese, accantona i contributi che versiamo per restituirceli al momento della pensione. Anche se c’è una corrispondenza tra contributi versati e assegno che si andrà a prendere, i contributi che versiamo durante la vita lavorativa sono utilizzati per versare le pensioni ha chi ha smesso di lavorare.
Una sorte di ruota che gira in cui son sempre i figli (che lavorano) a pagare le pensioni dei genitori. Il problema principale di questo sistema è che deve mantenersi un equilibrio tra numero di persone che lavorano e numero di persone che percepiscono la pensione. E in Italia si va verso il punto di non ritorno, con i pensionati che sono più dei lavoratori e non c’è abbastanza gente che versa i contributi per pagare le pensioni in essere.
Per questo motivo le preoccupazioni principali di ogni governo sono: diminuire il tasso di disoccupazione e aumentare la natalità (i bambini sono la forza lavoro del futuro).
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Una riforma pensioni che non tocca la Fornero
La legge previdenziale che è attualmente in vigore garantisce, in parte, la sostenibilità del sistema previdenziale grazie a due meccanismi che sono stati molto criticati:
da una parte il graduale addio al sistema retributivo per un passaggio, entro i prossimi anni, in modo naturale al sistema contributivo (quando si esauriscono i lavoratori che hanno versato contributi prima del 1996);
il sistema di adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita che garantisce di non erogare la pensione per più anni di quelli strettamente necessari (circa 20 per ogni soggetto).
Per questo motivo nessuna riforma delle pensioni riesce a superare definitivamente la Legge Fornero e per questo, anche nel 2025, qualsiasi novità in arrivo si affiancherà all’attuale legge per andare in pensione.