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Riforma pensioni 2026, cosa potrebbe cambiare per chi ha 62 anni?

Riforma pensioni 2026: cosa potrebbe cambiare per chi compie 62 anni? Scopri le ipotesi di flessibilità in uscita e le novità attese dal governo.

Con l’avvicinarsi del 2026, il tema della riforma delle pensioni torna al centro del dibattito politico. Dopo anni di misure transitorie e deroghe alla Legge Fornero, il governo è chiamato a varare una riforma strutturale in grado di garantire sostenibilità del sistema previdenziale e al contempo maggiore flessibilità in uscita. Ma cosa potrebbe cambiare per chi compirà 62 anni nel 2026?

Quota 103 in scadenza e verso una nuova flessibilità

Attualmente, una delle vie d’uscita anticipate è rappresentata da Quota 103, che consente di andare in pensione a 62 anni con almeno 41 anni di contributi. Tuttavia, questa misura ha carattere sperimentale e scadeva a fine 2024. Per il 2025 è stata prevista una proroga, ma il futuro resta incerto.

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha più volte dichiarato la necessità di una riforma previdenziale organica, da approvare entro la fine della legislatura (2027). L’obiettivo? Superare i paletti rigidi della Legge Fornero (che prevede l’uscita a 67 anni) introducendo meccanismi più flessibili, anche per chi ha già compiuto o sta per compiere 62 anni.

Le ipotesi sul tavolo: Quota 92, pensione contributiva, Ape sociale rafforzata

Tra le ipotesi per il 2026 spicca quella di una Quota 92, che permetterebbe di andare in pensione con 62 anni di età e 30 di contributi, ma con un assegno ricalcolato interamente con il metodo contributivo. Una formula simile a quella già adottata con la Quota 103 e con la pensione anticipata contributiva.

In alternativa, potrebbe essere rafforzata l’attuale Ape sociale, rendendola più accessibile e permanente, oppure introdotta una nuova pensione di garanzia per tutelare le generazioni più giovani e chi ha carriere discontinue.

Riforma pensioni, cosa cambia per chi ha 62 anni nel 2026

Se la riforma pensioni dovesse includere una delle formule sopra citate, per chi compie 62 anni nel 2026 si aprirebbero diverse possibilità:

  • andare in pensione anticipata (eventualmente con penalizzazioni sull’assegno);
  • utilizzare meccanismi di flessibilità per accedere al trattamento pensionistico con criteri meno rigidi;
  • ottenere benefici in base alla categoria: caregiver, disoccupati di lunga durata, lavori gravosi.

Molto dipenderà anche dai contributi versati. Chi ha una carriera lavorativa solida potrà avere più opzioni. Chi ha percorsi più irregolari dovrà affidarsi a strumenti specifici, come contributi figurativi, riscatti o la futura pensione di garanzia.

La grande sfida del governo sarà quella di costruire un sistema pensionistico meno rigido e che riconosca il lavoro effettivo svolto tutelando chi ha iniziato a lavorare presto o in condizioni più gravose. Ma dovrà farlo tenendo conto dei vincoli di bilancio e dell’aumento dell’aspettativa di vita.