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Riforma pensioni da incubo: nel 2025 +4 mesi di finestra, nel 2027 +3 mesi di età e dal 2051 pensioni a 70 anni

Riforma pensioni da incubo, gli scenari sono brutti ed anche l’ISTAT mette in luce che dal 2051 pensioni solo dai 70 anni di età.

Riformare il sistema previdenziale è necessario perché ancora troppo ancorato alla riforma Fornero e con requisiti poco flessibili e troppo rigidi. Ma l’INPS sostiene che in Italia dati alla mano, si va in pensione troppo da giovani (64,2 anni di età) e con pensioni di 14 punti percentuali più alte di importo rispetto alla media europea.
La verità sicuramente starà nel mezzo tra le due cose. Però è evidente che la piega che sta prendendo l’operato del governo e dei legislatori va nella direzione degli inasprimenti.

Quindi, se davvero verrà ritoccato qualcosa, sarà in peggioramento. Ed a questo bisogna aggiungere che presto accadrà qualcosa su cui il governo attuale non avrà responsabilità perché parte da lontano. Parliamo degli scatti relativi alle aspettative di vita che dal 2027 dono 8 anni torneranno a portare in avanti i requisiti per le pensioni.

Cosa accadrà nel 2025 in base alle ultime ipotesi sulla riforma delle pensioni

Addio alla quota 41 per tutti, perché ormai le possibilità che questa misura trovi i natali nella ormai imminente legge di Bilancio sono praticamente irrisorie.

L’altra sera da Giovanni Floris su La7 nella trasmissione “Di Martedì” l’ex Ministro del Lavoro del governo Monti, ad Elsa Fornero è stato mostrato un cartello dove si dimostrava che nell’ultimo appuntamento di Pontida, sede del classico raduno annuale della Lega, Matteo Salvini non ha per niente citato il superamento della riforma Fornero che era un richiamo fisso ormai da anni ad ogni raduno.
Segno che di quota 41 per il momento si sono perdute le tracce. E da ciò che emerge, per eventuali profonde novità dovremo aspettare i prossimi anni. Al momento infatti se qualcosa cambierà potrebbe riguardare solo le finestre di decorrenza delle pensioni anticipate. In effetti si continua a parlare di portare da 3 a 7 mesi queste finestre.

Spostando di fatto la decorrenza delle pensioni senza intaccare i requisiti. Che rimarrebbero come oggi, a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Riforma pensioni da incubo: nel 2025 +4 mesi di finestra, nel 2027 +3 mesi di età e dal 2051 pensioni a 70 anni


Corre voce, anche se sembra difficile da realizzare e forse c’è un eccesso di pessimismo dietro, che di colpo si possa arrivare a pensioni di vecchiaia da 20 a 25 anni di contributi.

Anche perché questa voce proviene dal fatto che dal CNEL i tecnici incaricati di preparare un piano di riforma delle pensioni, hanno proposto una riforma pensioni con flessibilità dai 64 ai 72 anni.

Misura che prevedrebbe 25 anni di versamenti e premi per chi lascia il lavoro dopo i 67 anni e tagli per chi lo fa prima dei 67 anni. Una nuova misura ma su cui nessuno ha detto che troverebbe spazio al posto delle pensioni di vecchiaia.

Tante soluzioni, tante vie ma un unico risultato, cioè inasprimenti

Inasprimenti mascherati dietro il cambio di decorrenza o dietro un aumento dei contributi per misure del tutto nuove. Ma sono tutte ipotesi che tra una decina di giorni vedremo se saranno inserite dentro la legge di Bilancio.

Al momento non c’è assolutamente nulla di certo. Ma più certo è il fatto che dopo 8 anni di stop agli adeguamenti dei requisiti delle pensioni con l’aspettativa di vita, dal primo gennaio 2027 si tornerà a salire. Probabilmente si passerà dai 67 anni di età di oggi ai 67 anni e 3 mesi. Ripetiamo, sono anni che i requisiti per le pensioni non si adeguano alla stima di vita della popolazione.

Fu nel 2019 che le pensioni passarono da 66 anni e 7 mesi di età pensionabile a 67 anni esatti. E adesso il prossimo step sarà nel 2027.

In pensione solo a 70 anni, ecco da quando

Su questo si incastonano pure nuovi dati ISTAT che sottolineano come gli scenari futuri potrebbero riservare tristi sorprese. A prescindere da nuove riforme delle pensioni. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto di statistica, le scarse nascite rispetto ai decessi, anche a stima di vita in aumento, portano ad un serio pericolo di calo demografico.

Ma l’aumento della vita media della popolazione, se collegato alle pensioni, come spiegato bene dal presidente dell’ISTAT, Francesco Maria Chelli, nel corso della solita audizione davanti le commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Piano Strutturale di Bilancio del governo, potrebbe facilmente aprire ad autentici scenari da incubo. Perché biennio dopo biennio, di 3 mesi in 3 mesi, si arriverà ad una età pensionabile vicina ai 70 anni dal 2051.