La riforma delle pensioni è sempre un argomento di attualità anche se ultimamente se ne parla poco. Sarà perché le priorità adesso sembrano altre, tra guerra in Ucraina, casini in Medioriente, dazi di Trump e riarmo europeo. In genere ogni anno si registrano incontri tra governo e parti sociali, oppure sin registrano proposte, ipotesi e progetti di una nuova grande riforma delle pensioni. C’è da adoperarsi in questo senso, per una vera controriforma della Fornero visto che quella legge previdenziale ancora oggi in auge, dal 2027 potrebbe portare ad un nuovo inasprimento dei requisiti. Anche se aggiornamento veri dalle stanze della politica non ce ne sono, sono 3 le soluzioni in pista per portare a compimento il progetto di riforma del sistema.
Riforma pensioni e controriforma Fornero: in pista 3 soluzioni
Anche la Legge di Bilancio di quest’anno non ha portato grandi novità nel sistema pensionistico italiano. La legge Fornero continua ad essere in vigore e della riforma delle pensioni non c’è traccia. La legge Fornero continua a prevedere requisiti molto rigidi per accedere alla pensione. E in futuro, come previsto dalle normative, si dovrebbe registrare un altro scatto in avanti dei requisiti. Ecco perché una maggiore flessibilità al sistema previdenziale italiano è necessaria, ben oltre le semplici proroghe di misura come la quota 103, l’Ape sociale e l’Opzione donna che nel 2025 sono state confermate.
A 64 anni tutti in pensione, ecco come
Pensione a 64 anni per tutti? Devono bastare 20 anni di contributi
Resta in pista per la controriforma Fornero l’estensione della possibilità di andare in pensione a 64 anni con soli 20 anni di contributi a tutti i contribuenti e non solo a chi ricade interamente nel cosiddetto sistema contributivo. Oggi tale possibilità è appannaggio solo di chi rientra nella pensione anticipata contributiva. Soggetti cioè che hanno il loro primo accredito di contributi successivo al 31 dicembre 1995.
Oggi questa misura ha un paletto molto stringente che è quello dell’importo minimo della pensione che deve essere pari ad almeno 3 volte l’Assegno sociale o a 28 e 2,6 volte per le donne che nella loro vita hanno avuto rispettivamente un solo figlio o almeno due figli.
L’estensione a tutti della pensione anticipata contributiva però per essere efficace dovrebbe ridurre questo limite di importo della pensione. Magari tagliandolo della metà, con una pensione minima non inferiore ad 1.5 volte l’Assegno sociale.
L’ipotesi quota 41 per tutti i lavoratori nella riforma delle pensioni è ancora possibile?
Naturalmente quando si parla di riforma pensioni o di controriforma Fornero non si può non parlare della quota 41 per tutti. Andare in pensione una volta maturati 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica è alla base di questa misura che vede sempre nella Lega di Matteo Salvini la parte politica più legata alla misura. Uno strumento previdenziale che anche i sindacati gradiscono.
Oggi c’è già una quota 41. Solo che è la quota 41 dei lavoratori precoci a cui servono almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età anche discontinui. E soprattutto, è una misura che riguarda solo uno sparuto gruppo di lavoratori, cioè caregivers, invalidi, disoccupati e addetti ai lavori gravosi. Quota 41 per tutti eliminerebbe questi vincoli di platea e offrirebbe una via d’uscita a tutti, magari costringendoli ad accettare il ricalcolo contributivo come già oggi funziona per esempio la quota 103.
Pensione flessibile a quota? Ecco una soluzione
Una soluzione che è sempre attuale è quella delle quote. Ovvero della possibilità di rendere flessibile la quiescenza a partire da una determinata età con una altrettanta determinata carriera contributiva. Sommando età e contributi raggiungendo la quota prestabilita, si dovrebbe dare la possibilità di andare in pensione a tutti.
Un ritorno alla quota 100 o qualcosa del genere, così la riforma delle pensioni potrebbe davvero nascere. L’idea potrebbe essere quella di iniziare a far andare in pensione dai 60 anni i lavoratori. A 60 anni servirebbero 40 anni di versamenti, a 61 anni 39, a 62 anni 38 e così via. Una valida alternativa alla pensione anticipata ordinaria questa, e pure all’eventuale quota 41 per tutti. Chi ad una certa età (dopo i 60 anni) ha completato la quota 100, deve poter andare in pensione. La controriforma Fornero sarebbe completa in questo modo.