Il governo è al lavoro sulla riforma pensioni per superare la Legge Fornero. L’obiettivo finale è quello di arrivare a una Quota 41 per tutti indipendentemente dall’età ma si parla tanto di garantire una pensione anche alle fasce più fragili dei lavoratori. Donne, gravosi, caregiver.
E comunque già si è parlato di non poter attuare una quota 41 per tutti fin dal 2024. Serviranno misure ponte. Ed il superamento della Legge Fornero dovrà Essere graduale. E allora perché non rispolverare vecchie proposte valide mai del tutto dimenticate. E che tanto piacevano sia ai sindacati che ai lavoratori?
Parliamo della Quota 92, una misura equa nell’età e nei contributi richiesti e soprattutto rivolta a fasce di lavoratori che ne hanno davvero bisogno. vediamo di cosa si tratta.
Cos’è la Quota 92
E proprio ieri, in questo clima di sfiducia appare su Facebook un post di Tommaso Nannicini per ricordare una proposta di riforma avanzata esattamente un anno fa, quella della pensione equa con 62 anni e 30 anni di contributi che aprirebbe le porte della quiescenza a moltissimi lavoratori oggi esclusi dall’anticipo.
Ma non si tratta di una quota 92 per tutti indistintamente. Nannicini parla di pensione equa perchè la misura in questione andrebbe a tutelare i lavoratori più deboli non regalando, invece, l’anticipo a chi non si trova in difficoltà.
Ed ecco che la misura prevede quindi, anche la possibilità di una pensione di cura per le donne e di una opzione donna estesa anche agli uomini accessibile a 64 anni di età e con ricalcolo interamente contributivo dell’assegno.
Ovviamente si tratte dell’ennesima ipotesi che, molto probabilmente, farà la fine delle precedenti ma non prevedendo penalizzazioni valeva la pena di farla conoscere. Anche perchè, in questo modo, i lavoratori possono rendersi conto che non sempre si cerca di fregarli tagliando la loro pensione ma c’è anche chi cerca la tutela dei diritti dei più fragili.