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Riforma pensioni: fondi esubero e quota 102 per sostituire Ape sociale e quota 102

Ecco le proposte per la riforma pensioni avanzate da Itinerari Previdenziali. Dalla quota 102 alla revisione della pensione anticipata. Sconti per donne e precoci.

Nell’ottavo rapporto sul sistema previdenziale del nostro Paese di Itinerari Previdenziali sono contenute delle proposte molto interessanti per il superamento della quota 100 e per la scadenza dell’Ape sociale, fissate entrambe per il 31 dicembre 2021.

“Mantenere i requisiti per la pensione di vecchiaia con 67 anni di età adeguata all’aspettativa di vita e almeno 20 di contribuzione. Quota 100, APE Social, Opzione Donna e Precoci possono essere sostituiti dai fondi esubero che sono già operativi per le banche e assicurazioni e sono a costo zero per lo Stato” oltre a questo la pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne eliminando del tutto gli scatti per adeguamento alla speranza di vita e una quota 102 a 64 anni con almeno 38 anni di contributi..

Riforma pensioni

Le proposte contenute nel rapporto confermano quanto sostenuto nei mesi scorsi da Alberto Brambilla, presidente dell’associazione, che però, in un’intervista rilasciata a Pmi.it fornisce anche nuovi particolari.

La necessità principale è quella di formulare una riforma che “concluda, almeno per i prossimi 10 anni, il ciclo delle riforme dando certezza ai cittadini con regole semplici e valide per tutti, giovani e anziani, retributivi, misti e contributivi puri”, afferma Brambilla.

E il punto sarebbe di equiparare inizialmente i requisiti per tutti coloro che ricadono nel sistema contributivo puro (e che, quindi, hanno iniziato a lavorare a partire dal 1996) e tutti gli altri lavoratori prevedendo anche “i requisiti di pensionamento e l’integrazione al minimo su valori pari alla maggiorazione sociale e calcolati sulla base del numero di anni lavorati”.

Ridefinire, invece, i criteri di accesso alla pensione è il punto focale e la proposta prevede di lasciare la pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni con almeno 20 anni di contributi e rispolverare la pensione di anzianità accessibile, grazie alla quota 102, al compimento dei 64 anni per chi ha maturato almeno 38 anni di contributi nei quali conteggiare al massimo 2 anni di contribuiti lavorativi per premiare gli effettivi anni di lavoro e non gli anni di permanenza nel sistema/lavoro.

Lasciare quasi inalterata, infine, la pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne 1 anno in meno) svincolandola dall’aspettativa di vista ed eliminando tutti i divieti di cumulo oggi esistenti.

Non si esclude di prevedere anche incentivi per le lavoratrici madri (con il riconoscimento di 8 mesi per ogni figlio ed un massimo di 24 mesi) e per i precoci valutare tutto il lavoro svolto prima del compimento dei 19 anni 1,25 volte.