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Riforma pensioni, i più fortunati sono i nati nel 1958 e nel 1959

I più fortunati che non risentono degli effetti della riforma pensioni sono i nati nel 1958 e nel 1959, vediamo perchè.

Le modifiche alle pensioni che si produrranno, anche senza una vera e propria riforma, si avranno nei prossimi anni. L’aumento dell’età pensionabile riparte dal 2027, prima potrebbe intervenire la Legge di Bilancio a peggiorare qualche aspetto del pensionamento, ma senza incidere più di tanto sulla Legge Fornero.

In queste settimane si è parlato di allungare la finestra di uscita a fronte della pensione anticipata e portarla da 3 a 7 mesi. Questo comporterebbe per i lavoratori di dover rimanere al lavoro 4 mesi in più per non rimanere senza stipendio e senza pensione. Nessun intervento, invece, è stato previsto o annunciato per la pensione di vecchiaia.

La pensione di vecchiaia non si tocca

La pensione di vecchiaia rimane inalterata, anche nel 2025 si potrà accedere con 67 anni di età e con 20 anni di contributi. Solo per chi ricade nel contributivo puro sarà necessario soddisfare anche il requisito dell’importo dell’assegno che non può essere più basso di 534,41 euro (l’importo dell’assegno sociale). Il vincolo ha un motivo perchè, a differenza di quello che accade alle pensioni con calcolo retributivo o misto, le pensioni contributive pure non possono essere integrate al minimo e se l’importo è troppo basso resterà, in ogni caso, inalterato.

Il prossimo anno, quindi, chi è nato nel 1958 potrà accedere tranquillamente alla pensione di vecchiaia, senza ritardi e senza scossoni. E lo stesso potrà fare chi è nato nel 1959 l’anno successivo, il 2026, poiché i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia cambieranno solo a partire dal 1° gennaio 2027.

I nati nel 1958 e 1959 non risentono della riforma

A non risentire della riforma pensioni, a non dover attendere le decisioni del governo e valutare con quale misura uscire, quindi, sono coloro che sono nati nel 1958 e nel 1959. Si tratta di due annate abbastanza fortunate dal punto di vista previdenziale visto che qualche anno fa le lavoratrici nate in questi anni hanno potuto beneficiare dell’opzione donna prima versione, quella che permetteva l’uscita a 58 e 59 anni.

Tutti gli altri lavoratori, invece, saranno soggetti all’aumento dell’età pensionabile nel 2027 o dovranno scegliere una flessibilità in uscita tra quelle proposte dal governo per anticipare la pensione pagandone il costo, perché tutte le misure che saranno contenute nella mini riforma di fine anno prevedono, in un modo o nell’altro, una penalizzazione dell’assegno.

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