La legge Fornero è superata e una nuova riforma delle pensioni dovrebbe fornire le misure per uscire dal mondo del lavoro. Misure che, in qualche modo, già sono state fornite con il passare degli anni, da quando la Fornero è stata introdotta.
Con il passare degli anni cambiano le esigenze dei lavoratori e anche quelle del Paese e proprio per questo una legge previdenziale dovrebbe stare al passo con i tempi, anche se questo non sempre succede. I modi di pensionarsi sono rimasti appesi a regole ormai superate, quelle introdotte nel 2012, e proprio per questo, ormai, sono anni che si parla di riforma delle pensioni. La legge Fornero, infatti, è stata superata dai tempi, ma non dalle leggi.
Legge Fornero superata
La legge Fornero deve essere considerata superata perché concepita in un contesto storico ed economico che non è quello odierno. Ma la stessa cosa vale anche per la Legge previdenziale Dini: applicare solo e soltanto quanto previsto dalla Legge Dini e dalla Legge Fornero restituisce ai lavoratori regole che non sono affatto adeguate con i tempi.
Oggi si va verso la pensione contributiva, quella con un calcolo più equo per tutti, che però mal si sposa con la flessibilità in uscita visto che con questo sistema di calcolo chi lascia prima il lavoro ha diritto a una pensione più bassa senza che lo Stato possa dire che non è sostenibile l’anticipo: il lavoratore ha provveduto a versare i contributi e da quei contributi spetta una pensione.
L’eredità della Legge Fornero
Per comprendere appieno le ragioni dei cambiamenti, è necessario fare un breve passo indietro. La Legge Fornero, pur essendo stata approvata con l’intento di risanare i conti pubblici e garantire la sostenibilità del sistema previdenziale, ha suscitato forti polemiche. Le principali critiche riguardavano l’innalzamento dell’età pensionabile e l’inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione anticipata, che hanno penalizzato soprattutto i lavoratori più anziani e quelli con carriere professionali discontinue.
Tra le misure più impopolari della Legge Fornero vi erano:
- Aumento dell’età pensionabile: l’età per la pensione di vecchiaia è stata fissata a 67 anni, e quella per la pensione anticipata è stata legata all’aspettativa di vita.
- Sistema contributivo: il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo ha fatto sì che la pensione dipendesse sempre di più dai contributi versati, penalizzando i lavoratori con carriere discontinue o con stipendi più bassi.
- Vincoli per la pensione anticipata: sono stati introdotti stringenti requisiti per l’accesso alla pensione anticipata, con penalizzazioni per chi voleva ritirarsi prima.
Riforma pensioni e maggiore flessibilità
In risposta alle critiche e alla crescente difficoltà di molti lavoratori ad accedere alla pensione con i vecchi requisiti, negli ultimi anni sono emerse nuove soluzioni, con l’obiettivo di offrire maggiore flessibilità e opportunità per il pensionamento anticipato. Le riforme più recenti hanno superato molti aspetti della Legge Fornero, portando a misure più adatte alle esigenze della società odierna.
Quota 103: 62 anni e 41 di contributi
Una delle principali novità introdotte dal governo italiano è il programma “Quota 103”, che consente il pensionamento anticipato con un mix di età e contributi. I lavoratori che hanno almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi possono ritirarsi dal lavoro prima dei 67 anni previsti dalla pensione di vecchiaia. Questa misura rappresenta un significativo passo avanti rispetto alla rigidità della Legge Fornero, consentendo una maggiore flessibilità nel momento del pensionamento anche se penalizza l’assegno con il ricalcolo contributivo.
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Opzione Donna: pensione anticipata per le lavoratrici
L’Opzione Donna, una misura già introdotta in passato, è stata confermata e ampliata anche se con l’introduzione di alcuni paletti. Essa permette alle donne di accedere alla pensione anticipata a 61, 60 0 59 anni (in base alla condizione lavorativa e al numero di figli) se hanno almeno 35 anni di contributi. L’Opzione Donna, dal 2024 è aperta solo a caragiver, invalide e disoccupate e permette l’accesso:
- a 59 anni con 35 anni di contributi o le lavoratrici disoccupate e alle invalide e caregier che hanno avuto almeno 2 figli;
- a 60 anni alle invalide e caregiver con almeno un figlio;
- a 61 anni alle invalide e caregiver senza figli.
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Pensione anticipata precoci
Un altra misura molto importante riguarda il pensionamento anticipato per i lavoratori precoci. La misura riguarda esclusivamente coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere 19 anni. Si accede, indipendentemente dall’età, alla maturazione di 41 anni di contribut.
L’accesso alla pensione anticipata è stato esteso a diverse categorie professionali considerate usuranti, come operai edili, camionisti e operatori sanitari, che potranno andare in pensione con 41 anni di contributi, senza dover rispettare un’età minima. Questa misura è una risposta alle difficoltà fisiche e psicologiche che alcuni lavori comportano e riconosce l’importanza di premiare chi svolge professioni particolarmente gravose e che ha iniziato la carriera in giovane età.